Cosa distingue un guerriero da un perdente? Non il numero di vittorie, né la capacità di sfuggire agli errori (per quello ci vuole soprattutto lo sguardo benevolo della Dea che – per antonomasia – non ci vede): il campione è tutto nella capacità di reagire. Sabato 14 marzo 2015, e stanno affrontando il mitico Cuvignone dopo l’ottima prova iniziale: un errore, appunto, e la gomma si fora. Il team perde ben sei minuti prima di ripartire,
dando necessariamente addio ai sogni di gloria nella classifica della 24° edizione del Rally dei Laghi.
Che fa il giovane Crugnola da Calcinate del Pesce? Molla? Neanche per sogno: mettendo l’anima nel volante e gli attributi nel pedale, inizia a fare il diavolo a quattro, dominando – in particolare durante la giornata conclusiva di domenica – in Valganna e nelle ultime battute della corsa. Nona posizione finale, onore salvo e ottima dimostrazione di caparbietà.
«Desideravo con tutto me stesso finire la gara – esclama Andrea – anche perché sarebbe stato il terzo anno di fila al “Laghi” concluso con un ritiro. Ho spinto come un forsennato: il bicchiere, dunque, è decisamente mezzo pieno».
È il caso di conoscere un po’ meglio questo ragazzo partito dal lago e affermatosi come astro nascente del rally italiano. Classe 1989, la passione è una stigmate di famiglia: «Mio padre correva con i kart e mi portò, piccolissimo, a vedere una gara a Castelletto Ticino. Da lì è cominciato tutto, cercando sempre di ripagare sacrifici e rinunce che la mia famiglia ha fatto per potermi supportare: nella mia carriera ho avuto la fortuna di avere vicino tante persone oltre ai miei genitori, ma senza di loro non ce l’avrei fatta».
Gli sponsor sono indispensabili (e lui, infatti, li ringrazia), quelli del cuore – però – diventano un’ancora. Andrea li ha soddisfatti tutti: Campione italiano Under 23 nel 2008, Campione assoluto e Under 23 Trofeo Suzuki nel 2009, innumerevoli vittorie di categoria negli anni successivi.
Il 2014 parte così così: qualche passaggio a vuoto e addirittura spunta la voglia di mollare. È un momento, perché poi arriva il successo internazionale a lungo inseguito e il secondo posto agli Europei: «Nell’anima mi rimane la vittoria di Duvalais, in Svizzera, con mio padre e i miei amici ad aspettarmi sull’ultima curva». Perché se è vero che la concentrazione alla guida è sempre massima, altrettanto lo è la percezione della folla per il pilota durante una corsa: «Come nel weekend appena passato. Non ho mai visto così tanta gente per una gara, fin da sabato mattina nello shake down alla Colacem di Caravate».
Nella valigia dei sogni, ce n’è uno che occupa un posto preponderante: il mondiale del 2015 in Portogallo. Occasione d’oro: «Dopo 10 anni sarò il primo italiano a rappresentare una casa straniera (la Renault ndr) in una competizione tanto importante. È un treno da prendere, ma ci aspetta un programma difficile».
Niente paura, a spingerlo persino l’ex pilota di Formula 1 (e attuale rallista) : «Lo conosco dal 2010, sono stato suo collaboratore ed è nata una grande amicizia» conclude Andrea.