Il capellone Ed Daniel, di questo oggetto volante non ben identificato, domenica scorsa è riuscito solo a prendere la targa. Anzi, nemmeno quella.
Noi lo intervistiamo da seduti: non si sa mai che ci scappi da tutte le parti come ha fatto con lui. Ladies and gentleman, Johndre Jefferson.
Sì Stan Okoye, mio ottimo amico: mi ha raccontato del suo addio e del suo rapporto problematico con i tifosi. È stato importante saperlo.
Mi ha dato la carica.
Prima di università ed Europa ho sempre vissuto lì, nella stessa casa insieme a mia madre da quando sono nato. È un posto piccolo e tranquillo, ci conosciamo tutti: è come se fosse una grande famiglia. Ogni estate non vedo l’ora di tornarci, è casa mia.
Certamente. Io e mia madre siamo molto vicini, la considero la mia migliore amica. Parliamo ogni giorno, anche con mia sorella: passo ore con loro su Skype.
No, non avrei mai pensato di poter giocare fuori dai confini del mio Paese: come tutti i ragazzini sognavo solo la Nba. Poi, al college, ho iniziato a valutare questa possibilità e penso sia stata una grande opportunità. Ora sono qui e me la voglio giocare.