– Facevano i furti per pagarsi la droga che rivendevano poi in tutto il Norditalia. Erano “topi” d’appartamento, ma soprattutto spacciatori di buon calibro, ma per inondare di marijuana e cocaina, la zona compresa tra Gallarate, Busto, Legnano e l’Hinterland di Milano erano disposti a rapinare anche imprenditori facoltosi.
Secondo la ricostruzione investigativa, peraltro, un imprenditore della zona sarebbe stata una delle loro prossime vittime. Ma il gruppo criminale, composto da due fratelli, un amico e due cugini albanesi, residenti tra Gallarate e Legnano, è stato sgominato nelle ultime ore dai carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio, guidati dal capitano.
Alle prime luci dell’alba di ieri i militari di Busto, in collaborazione con i colleghi dei Comandi Provinciali di Varese e di Milano, hanno dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere. Nel pomeriggio è stato arrestato anche il quinto componente della banda, un loro amico. Le misure, emesse dal Gip di Busto Arsizio, hanno smantellato il sodalizio che negli ultimi tempi stava prendendo sempre più piede sul territorio.
L’attività investigativa, denominata “Day
by day” per l’accertata frequenza quotidiana delle cessioni di stupefacente, condotta dai militari della Stazione di Busto Arsizio, e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica,, era stata avviata nel gennaio del 2013. Gli investigatori avrebbero raccolto una serie di elementi che lascerebbero pochi margini ai quattro individui arrestati nelle ultime ore. Durante l’attività si è arrivati anche al sequestro di oltre un chilogrammo di marijuana e di diversi grammi di cocaina. Peraltro durante le indagini, portate avanti secondo i metodi tradizionali, attraverso numerosi servizi di osservazione e pedinamento, ma anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, sono state certificate parecchie cessioni di sostanza stupefacente.
I militari hanno potuto ricostruire anche le dinamiche all’interno del gruppo criminale, organizzato in maniera verticistica, su base familiare. Hanno ricostruito anche il filo conduttore della loro azione criminale: si auto finanziavano compiendo furti, ma anche reati più gravi visto che stavano valutando l’ipotesi di rapinare un imprenditore, saccheggiandone l’abitazione.
Ma per fortuna i carabinieri li hanno anticipati, spedendoli in carcere prima che potessero mettere a segno altri colpi. Il meccanismo era però oliato: acquistavano dall’est e poi rivendevano al dettaglio tra il Varesotto e l’Alto Milanese. In considerazione del pericolo di fuga in Albania, l’autorità giudiziaria ha emesso le misure eseguite nelle ultime ore.