– Una lettera aperta, rivolta ai genitori, agli allenatori ed ai dirigenti del calcio locale e giovanile, ma che si adatta perfettamente a tutto il mondo dello sport, anche visti i recenti e tristi fatti, relativi ai vandalismi compiuti da ignoti allo stadio Franco Ossola, tempio del pallone varesino.
I mittenti della missiva sono i giovani allenatori della società Giovanile dei Laghi di Cadrezzate, che, loro malgrado, sono stati testimoni di due brutti episodi durante le partite di campionato dello scorso fine settimana.
La gara della categoria Esordienti, riservata ai ragazzi nati nel 2002 e 2003, è stata sospesa dagli istruttori cadrezzatesi a causa delle intemperanze tra gli istruttori della società ospite ed i genitori, che non hanno gradito la scelta, consentita del regolamento, di optare per l’autoarbitraggio.
«Gli allenatori della squadra avversaria hanno iniziato a contestare ogni tipo di contatto, senza rimproverare il gioco duro praticato dai loro giocatori – si legge nella lettera – causando forte tensione con i genitori dei nostri ragazzi,
spaventati dai falli della squadra avversaria. Per evitare conseguenze peggiori abbiamo deciso di ritirare la squadra dal campo».
Cosa che è ovviamente costata lo 0-3 a tavolino, nonostante la squadra di Cadrezzate al momeno dello stop stesse vincendo per 3-2. «Per la nostra società il risultato della gara è l’ultima cosa di cui curarsi», sottolinea il team di allenatori cadrezzatesi.
Un secondo e ancora più spiacevole episodio riguarda la categoria Giovanissimi: un giocatore della Giovanile dei Laghi, sotto di quattro gol, dopo aver sbagliato una rete, è stato dileggiato da un genitore della squadra avversaria, che ovviamente ha avuto poi un alterco con il padre del calciatore offeso, risoltosi poi grazie all’intervento dei dirigenti cadrezzatesi.
«Non si deve diminuire la qualità dell’insegnamento del calcio ed i genitori non devono diventare i protagonisti delle partite – annotano gli allenatori della società di Cadrezzate – la Federazione tiene una posizione troppo morbida; è da episodi come questi che si capiscono i problemi del calcio italiano».
Mancanza di qualità, assenza di cultura e civiltà, che spesso poi sfociano in atti vandalici come quelli che hanno deturpato lo stadio di Varese. Proprio dai giovani calciatori però arriva la speranza per un futuro migliore.
«Non vogliamo tacere – conclude la lettera – non è più tollerabile la cultura che privilegia il risultato ai più elementari valori dello sport. Sproniamo le altre società calcistiche a mettere al centro del progetto il bene dei ragazzi, che dimostrano di essere più maturi degli adulti. Sarà utopico, ma noi decidiamo di proseguire su questa strada».