Scoperta in via Tonale la carrozzeria “delle meraviglie”: in magazzino non custodiva pezzi di ricambio, ma preziosi tappeti persiani. Tutti rigorosamente rubati.
A recuperare la refurtiva, denunciando per ricettazione il titolare della carrozzeria, ci hanno pensato gli agenti della squadra Digos della questura di Varese.
I poliziotti sono arrivati in via Tonale attraverso un capillare lavoro di intelligence, raccogliendo una serie di informazioni su quello strano carico di preziosi filati sistemato lì, nel deposito della carrozzeria.
Merce piuttosto anomala per il contesto: sistemati tra una cinghia e un motore, un radiatore e taniche d’olio, c’erano questi meravigliosi tappeti. Gli uomini della Digos a conclusione delle indagini sono andati a bussare in via Tonale facendo centro.
Il titolare della carrozzeria, 55 anni, di origine calabrese, residente a Varese e con parecchi precedenti alle spalle, è stato ascoltato con interesse dai poliziotti. Perché quei tappeti erano lì? Boh, qualcuno di non meglio identificato gli aveva chiesto di tenerli d’occhio.
Lui dei tappeti non sapeva nulla. Da dove venivano? Chissà. Chi glieli aveva affidati? Il carrozziere proprio non riusciva a ricordare.
I tappeti, che l’uomo si era sistemato anche in casa, avevano però una bella etichetta con tanto di catalogazione del negozio dal quale evidentemente provenivano. Però, dettaglio curioso, mancava il certificato di autenticità, indispensabile per la vendita regolare dei pezzi. La Polizia s’è così avvalsa della consulenza di un esperto in tappeti, persiano, commerciante di settore. Che ha stimato il valore di quel tesoretto: 50mila euro circa. Una cifra discreta da tenere in un’officina, non fosse per il rischio che i filati si sporcassero d’olio. Gli agenti, nel frattempo, dalle etichette hanno ricostruito la storia dei tappeti. Con poca sorpresa da parte degli inquirenti, questi sono risultati rubati il mese scorso in un negozio specializzato di Cantù.
La merce è stata recuperata e restituita ai legittimi proprietari. Particolare curioso: tra i tappeti è stato trovato inspiegabilmente un mantello, parte dell’alta uniforme indossata dai carabinieri.
Il mantello è stato consegnato ai militari del comando provinciale dell’Arma affinchè possano verificarne la provenienza. Le indagini non sono finite. Gli investigatori della Digos stanno verificando in modo approfondito la posizione del carrozziere. In passato all’uomo erano state sequestrate armi e munizioni, dopo che aveva minacciato di morte la moglie. Si lavora, inoltre, per arrivare all’identità del ladro che ha rifornito il magazzino di via Tonale. Se il carrozziere è accusato di ricettazione, chi ha commesso il furto a Cantù? La vicenda può essere maturata sempre in ambito varesino? Il colpo, a quanto pare, non sarebbe stato commesso da ladri improvvisati: chi ha agito in quel negozio mirava ai tappeti e ne conosceva il valore commerciale. Forse si è trattato di un lavoro su commissione. L’inchiesta è ancora in corso.