– Torna a colpire il “maniaco del Domodossola”: un uomo con zaino e cappellino che sale sul treno a Somma Lombardo, cerca una donna sola, si siede di fianco a lei e comincia a palpeggiarla.
L’ultima testimonianza in ordine di tempo risale a lunedì. La vittima dell’aggressione a sfondo sessuale è una 19enne, che ha descritto l’accaduto su Facebook.
Il suo messaggio è stato subito rilanciato sulle pagine dei pendolari che utilizzano la linea Domodossola-Arona-Milano, con la raccomandazione rivolta alle signore a prestare la massima attenzione. E, se del caso, a contattare la Polfer.
Tutto è avvenuto sul treno partito alle 15.48 da Milano Porta Garibaldi e diretto in val d’Ossola. Convoglio che è rimasto fermo per oltre mezz’ora a Busto Arsizio a causa di un guasto. Una volta arrivato alla stazione di Somma Lombardo, in carrozza è salito «un uomo con una maglia rossa, dei calzoncini beige, uno zaino sgualcito in mano e un berretto blu», la descrizione fornita dalla giovane.
Non è tutto: «Capelli castani, mi pareva stempiato ma non ho avuto modo di vederlo molto attentamente in viso». Al di là dei tratti somatici, però, è un altro il dettaglio che conta: lo zainetto. Sì, perché è questa l’“arma” utilizzata dal maniaco del Domodossola per molestare le sue vittime.
Il modus operandi è sempre identico e si è ripetuto anche nell’ultima occasione: una volta salito a bordo, l’uomo «si è seduto accanto a me ed ha poggiato lo zaino leggermente sulla mia coscia».
La giovane ha avvertito il contatto, ma «credevo innocentemente che fosse il bordo dei pantaloni o lo zaino». Tanto più che «ero sovrappensiero e preoccupata per altri affari miei». E magari l’aver accumulato trenta minuti di ritardo non aiutava a concentrarsi: «Ero
immersa nei miei pensieri, quindi non prestavo molto caso a quel che accadeva».
Sentendo però il contatto sulla gamba, «mi sono spostata un pochino, ma mi sono accorta che rimaneva. Mi sono spostata ancora e il contatto è rimasto». È a quel punto che «ho realizzato che mi stava toccando con la mano e allora mi sono spostata, questa volta in modo più deciso, verso il vetro».
Ma questo non è bastato a scoraggiare il maniaco: «Indossavo un vestito estivo e questo maiale mi ha infilato le mani tra le gambe con prepotenza, spingendo verso le mie parti intime». La giovane a quel punto si è alzata. Ma la brutta avventura non era ancora finita.
«Mi sono alzata di scatto, mi è caduto l’occhio e mi sono accorto che aveva una mano infilata nelle sue mutande». E che, probabilmente, si stava masturbando. In quel momento il treno stava raggiungendo la stazione di Vergiate e così la giovane ne ha approfittato per darsi alla fuga.
In quel momento l’uomo, guardando la ragazza, le ha sussurrato: «Lo vuoi vedere?», con chiaro riferimento al proprio membro. La 19enne è riuscita a scendere ed ha atteso il treno successivo.
Come lei stessa ricorda, non è la prima aggressione eseguita sul medesimo treno e con identiche modalità. Anche se in passato l’uomo si era “limitato” ad accarezzare le gambe delle malcapitate.