Eredità fasulla, truffa vera. La storia pare quasi incredibile ma è realtà. E purtroppo episodi simili sono sempre più frequenti. La vittima di un’ingegnosa truffa telematica internazionale è una donna di 77 anni di origini tedesche ma residente a Marchirolo. L’anziana è stata agganciata attraverso la rete da quella che si è poi rivelata una banda ben organizzata di truffatori. Si sospetta che l’anziana sia stata scelta quale vittima a caso in una sorta di “pesca a strascico” telematica organizzata dai cyber lestofanti.
Chi si lascia agganciare è perduto, e il fatto inquietante è che potrebbe capitare a chiunque. L’anziana è stata contattata da un sedicente avvocato, affiancato da un pool di professionisti specializzati nel campo delle eredità “perdute”. La storia è ingegnosa. Alla vittima, che – fidandosi dei titoli professionali esibiti dai truffatori – ha fornito anche il proprio numero di telefono, è stato raccontato di essere, con il marito, la destinataria di un’eredità da 12 milioni di euro.
Una cifra che decisamente ti cambia la vita. A fare il prezioso lascito sarebbe stato un lontanissimo cugino di indefinito grado del marito della donna. I truffatori sono stati abilissimi nel carpire alla vittima informazioni, tanto da inventare un nome molto azzeccato per convincere l’anziana che non si trattava di un sogno.
In sintesi, i truffatori hanno utilizzato il cognome del marito della donna, inventando un nome qualunque da metterci davanti. L’avvocato-non avvocato, con toni forbiti, ha spiegato alla vittima il gran lavoro di ricerca operato dallo studio per rintracciare lei e suo marito, ai quali era destinata la quasi totalità di quei 12 milioni di euro, eccezion fatta per una quota minore che il parente nostalgico e pure benefattore aveva destinato a un ente benefico.
Una storia romantica, fatta di ricordi tramandati di genitore in figlio, tali da conservare la memoria di una famiglia che, seppur sparpagliata per il mondo, in qualche modo restava unita. Tanto che il lontanissimo cugino, senza moglie, figli o altri eredi, si era ricordato di loro. C’era però un problema: per sbloccare quel denaro servivano 5.600 euro a copertura delle spese. Cifra che la donna ha versato sul conto di una banca spagnola indicato dall’avvocato. La banda a quel punto è sparita e la donna si è resa conto della truffa, denunciando tutto ai carabinieri. Tutto pareva perduto sino a quando l’avvocato non è tornato a farsi vivo: servivano altri 30mila euro. E la donna, d’accordo con i militari della compagnia di Varese, ha invitato l’uomo a venire nella Città Giardino per organizzare il trasferimento. Il truffatore ci è cascato e da Valencia (Spagna), dove la banda ha base, è arrivato in piazza Monte Grappa, dove è stato bloccato dai carabinieri e denunciato per truffa in concorso.