Sciopero riuscitissimo alla Holcim Italia di Ternate dove, su 120 lavoratori, soltanto due sono entrati al lavoro ieri mattina. Forno per la produzione del cemento, dunque, fermo e blocco totale dell’attività aziendale. Ma senza alcuna reazione, almeno per il momento, da parte dei vertici della società e del management dello stabilimento ternatese.
Compatti i lavoratori e le sigle sindacali – Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – che ieri, dalle 5 della mattina, erano in presidio davanti ai cancelli del sito produttivo.
«Il nostro carico di lavoro è aumentato almeno del 30%, eppure l’azienda non intende riconoscerci alcun premio di produttività quest’anno», rende noto Giuliano Sghirinzetti (Fillea).
Con lui, ieri, altri delegati, Roberto Cardani (Fillea) e Luca Tosa (Filca). Il premio produzione, «già ridotto del 50%», evidenziano i lavoratori Rsu, adesso sarebbe destinato addirittura a scomparire. Eppure la mole di lavoro non manca. E anche quando, circa due anni fa, in tutto il Gruppo, sono stati dichiarati esuberi, il sito di Ternate non ha perso posti di lavoro. Cardani ricorda le entrate di Holcim per i combustibili alternativi che vengono bruciati in loco, al di là della produzione del cemento.
«Finora abbiamo sempre fatto tutto quello che ci ha chiesto l’azienda», aggiunge il delegato sindacale, «ma i carichi di lavoro sono aumentati e non è giusto non riconoscerci la produttività che siamo in grado di far realizzare all’azienda».
Con i lavoratori, anche i segretari di categoria delle tre sigle, Flavio Nossa e Gianluigi Argiolas per Fillea Cgil, Massimo Rimondi per Filca Cisl ed Enrico Marconi della Feneal Uil, presenti ieri in loco.
I quali rimarcano «gli utili interessanti che l’assemblea degli azionisti del Gruppo Holcim si è suddivisa, pari a un +20% rispetto ad altri Gruppi del settore».
Davanti ai cancelli, oltre a un banchetto con qualche bevanda calda, panini, bibite e acqua da consumare durante il presidio, i lavoratori hanno piazzato anche un tavolino con una scacchiera, a significare strategie, mosse e contromosse di una partita che non vorrebbero dover giocare.
«Holcim è leader mondiale nel settore delle costruzioni, ma a nostre spese», lo sfogo degli operai che lavorano nello stabilimento della provincia di Varese, l’unico forno del Gruppo italiano rimasto nella Penisola.
«Se questa è la nuova linea di Confindustria, diciamo “no grazie”», l’affondo dei segretari di Fillea, Filca e Feneal.
«L’azienda continua ad alzare l’asticella: non riconoscere il premio produttività e non voler il rinnovo del contratto integrativo scaduto da 11 mesi, non è accettabile».