GALLARATE – Riaprite i parcheggi o partiranno le cause. Questo il messaggio che Palazzo Borghi lancia a quei condomini che hanno chiuso con una sbarra posteggi che dovrebbero essere aperti al pubblico.
In gioco, spiega l’assessore all’Urbanistica, ci sono «centinaia di posti auto» sparsi per tutta la città. Si tratta di posteggi che sono stati realizzati negli ultimi anni, legati ad interventi edilizi. Detto altrimenti, il comune autorizzava i privati a costruire palazzine e condomini, chiedendo in cambio la realizzazione di parcheggi.
Definiti in gergo tecnico privati, perché la proprietà rimane in capo ai condomini, ma ad uso pubblico. Nel senso che chiunque li può utilizzare, anche se magari si trovano in un posteggio interrato al di sotto dell’edificio residenziale. A novembre dello scorso anno Pignataro aveva lanciato la “crociata” contro i furbetti.
Ovvero contro coloro che, nonostante precisi accordi sottoscritti con Palazzo Borghi, questi parcheggi li tengono ben chiusi. Magari con una sbarra che impedisce l’accesso
o più semplicemente senza segnalarne l’esistenza con un segnale stradale. A sentire l’esponente dell’esecutivo di centrosinistra si tratta appunto di «centinaia» di posti auto, sparsi per tutta la città. Ce ne sono diversi lungo via Carlo Noè, sotto i palazzi costruiti nell’ultimo decennio, ma se ne trovano anche in via Venegoni, via Etna, via Curioni. Zone in alcuni casi periferiche, in altre a due passi dal centro storico: l’apertura di questi parcheggi dovrebbe rendere così più semplice la sosta anche intorno alla zona pedonale.
Il comune ha censito almeno una quarantina di palazzi che dovrebbero avere dei parcheggi aperti a tutta la cittadinanza. E che invece li custodiscono “gelosamente”. La “festa”, se così si può dire, è però finita. «Abbiamo chiesto un parere all’avvocatura del comune di Busto (che segue le cause anche per conto di Gallarate, ndr), secondo il quale è possibile agire giudiziariamente». Ovvero fare causa a quei condomini che non rendono pubblico l’accesso a parcheggi che pubblici dovrebbero invece esserlo. «Agiremo in tempi brevi», promette il delegato all’Urbanistica, «questo significa che manderemo un nuovo sollecito e, se nel giro di al massimo un paio di mesi, non viene rispettato il contenuto delle convenzioni, agiremo a livello giudiziario». Chiedendo cioè intanto l’apertura dei posteggi. E magari anche i danni per averli tenuti chiusi sino ad oggi. «In questi mesi abbiamo avuto degli incontri con le proprietà, ci hanno promesso che avrebbero reso disponibili i posti auto ma nei fatti non è successo nulla», conclude Pignataro, «ora sappiano che agiremo a livello giudiziario».