«Quei due cani potevano uccidere»

Tradate ancora sotto choc per l’aggressione da parte di un dogo e un pitbull a un passante in via Zerini. L’addestratore Quercia: «Quando razze come quelle attaccano è come se gli si bloccasse il cervello»

– «In una situazione come quella capitata a Tradate una soluzione potrebbe essere quella di gettare acqua sul naso, ma il problema vero è che la pulsione predatoria di quei cani si esaurisce con la morte della loro vittima designata. Per come si sono sviluppati i fatti il cane aggredito è stato molto fortunato». Parola all’esperto , addestratore di cani all’associazione DogEden di Malnate.
La vicenda a cui si riferisce è quella consumatasi venerdì pomeriggio in via Zerini: due cani di grossa taglia, un dogo argentino e un pitbull, hanno azzannato Orus, un golden retriver, all’interno della pineta. Senza l’intervento del padrone del povero animale e di un altro paio di passanti, il cane avrebbe fatto una brutta fine.

Il proprietario di Orus, un uomo di 45 anni di Tradate, è rimasto ferito in maniera seria a una mano. L’esperto di cani ha spiegato i motivi che stanno alla base di un’aggressione come quella vissuta venerdì pomeriggio. «Sono animali che hanno una potenza impressionante – sottolinea Quercia – Esercitano con un morso una pressione di diverse centinaia di chili per centimetro. Quando serrano le mascelle non c’è nulla da fare: è come se il cervello si bloccasse.

È la loro natura, non è colpa del cane. Sono diversi, per intenderci, dai cani da pastore che hanno un morso interrotto, altrimenti ucciderebbero gli animali che proteggono. Il dogo, come il pitbull, non mollano. Una soluzione può essere quella di usare dell’acqua, ma non c’è una regola fissa. Anche colpirli come è successo a Tradate può funzionare, ma può anche creare un ulteriore irrigidimento degli animali. Diciamo che è una medaglia con due facce. Non si staccano fino a quando non si esaurisce la loro funzione naturale».
La vicenda di via Zerini è assurda: gli agenti di polizia locale stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Secondo le prime informazioni, ma si tratta di dati ancora da confermare, i due animali potrebbero essere stati aizzati da qualcuno, poi fuggito.

A quel punto però si sono trasformati in armi letali: si sono lanciati contro Orus azzannandolo alla gola, alla zampa e alla testa. Il padrone, per salvargli la vita, si è messo di mezzo, ma ha avuto la peggio riportando una lesione grave a una mano. Due persone sono intervenute separando gli animali, dopodiché il servizio veterinario di Somma Lombardo ha recuperato il pitbull e il dogo trasferendoli al canile dove resteranno in osservazione.
«É possibile recuperarli – dice Quercia – ma ora dovranno essere ricondizionati in un altro contesto». Nel frattempo proseguono anche le indagini da parte degli agenti di polizia locale per risalire ai proprietari dei due animali aggressori: il primo passo sarà quello di verificare, e rintracciare, la titolarità del microchip.