Cara Pro, torno da te. Pedaliamo insieme l’ennesima salita

Il ritorno della voce e penna della Pro Patria, che non ha altra guida se non il cuore. Biancoblù

Cara Pro, come sei malmessa! Ma non dicevano che una volta lontana da Vavassori e dal suo “servo” Toia saresti scoppiata di salute? Ma non raccontavano in giro che liberata dal tiranno e dal suo “zerbino”(sempre Toia) sarebbe scoppiato l’entusiasmo per i tuoi colori? Una volta bonificata, lo Speroni si sarebbe dovuto riempire di tifosi e la città di Busto, le sue forze vive, non avrebbero fatto la coda per aiutarti?
Non che pensassi che sarebbe successo.

32 anni vissuti accanto a te mi hanno insegnato parecchio su come è il vero amore dei bustocchi verso i tuoi colori. Lasciamelo dire: altro che bonifica, sei finita in una marcita. Sette sconfitte consecutive con 23 gol subìti bastano e avanzano per spiegare come sei ridotta, con l’aggravante che lo Speroni è sempre più desolante. Non ce la faccio più a stare lontano, anche se non ti ho mai abbandonata. Torno per raccontare nuovamente la tua storia anche se questo provocherà una caterva di insulti, dileggi ed ironie da bettola. Non m’importa.
L’amore verso i tuoi colori fa una scrollata di spalle di chi tonerà a riempire i blog. Sarà come dare la biada ai cavalli o il becchime a i polli. Sì perché, cara Pro, in queste settimane mai una discussione, un dibattito anche acceso sul perché dei tuoi momenti. Qualcosa, sì, ma senza furore. Vuoi mettere che scariche di adrenalina quando La Provincia di Varese, prima con il direttore Confalonieri e poi con il collega Aliverti, hanno posto l’accento sul fatto che forse (?) alla Pro qualcosa non andava. Sì perché, cara Pro, in cima ai loro pensieri non ci sei tu, ma il “dagli all’untore” (Vavassori e Toia).
Quattro anni fa, quando perdesti col Santarcangelo alla prima giornata, battezzarono immediatamente “dilettanti” i tuoi dirigenti, e ai tempi dei Vender, dopo un brutto derby a Legnano, aspettarono i tuoi giocatori a Busto per affrontarli a muso duro. Oggi? Dopo sette sconfitte qualcuno invoca la pazienza. Ma con questo andazzo anche il biblico Giobbe avrebbe già smoccolato. Ne hanno raccontate: persino che in questi miei due mesi di “vacanza” ero stato sospeso dall’ordine dei giornalisti. Da ribaltarsi dal ridere.
Ma non è di me che ti voglio parlare: ti scrivo per esternarti la mia preoccupazione per il vestito che porti, cucito con ago e filo e pronto a qualsiasi strappo. I tuoi avversari ti affrontano come si giocasse un’amichevole agostana. Sanno che la faranno franca. È una cucitura balbettante e con stoffa da scampoli. Certo, il tempo era stretto per confezionarti un capo ad hoc, ma è mancato un principio di modello. Quello che indossi sembra un vestito raffazzonato, messo lì alla rinfusa perché il tempo della sfilata era molto stretto.
Fuor di metafora: non si poteva ingaggiare un allenatore di categoria a settembre, e non dopo sette sconfitte, che avrebbe potuto dare indicazioni di mercato ad una dirigenza che non conosceva la Lega Pro? Che Michele Ferri fosse disponibile si sapeva da tempo: perché attendere sempre sette batoste? Purtroppo Pala ed appunto Ferri non sono sufficienti. Servono altri rinforzi a centrocampo ed in attacco. Ma la rosa contingentata non consente di operare nell’immediato, c’è da attendere il mercato di gennaio. Con il rischio di una situazione già compromessa e con le difficoltà che s’incontrano sul mercato quando si è in fondo alla classifica. Insomma, un labirinto. Dal quale devi uscire.
Cara Pro, dì al tuo presidente che se riceve critiche o contestazioni le deve accettare. I risultati e la sua gestione gli stanno dando torto. Che La Provincia di Varese non ha alcuna intenzione di guardare al passato, ma gli vuole solamente far presente che è preoccupata per il tuo futuro, e non vuole che la tua stagione passi alla storia come famigerata.