VERGIATE – Ma quale lunch box, l’idea della schiscetta a scuola a Vergiate esiste già e si chiama solo e semplicemente “angolo panino”, uno spazio a disposizione dei ragazzi della scuola media che si portano il pranzo da casa anziché farsi servire il pasto della mensa. Che, occorre dirlo, a Vergiate è pure buono.
Nulla, dunque, in questo caso, sulla qualità del cibo servito e scodellato dalla “Pellegrini”. Ma i motivi per fare da sé possono essere diversi e mentre la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle lancia non solo in Regione ma anche online l’idea della “schiscetta” a scuola portata da casa, a Vergiate sono già tre anni che le famiglie possono scegliere.
«I Cinque Stelle hanno avuto una bellissima idea, ma il mio consiglio è di andarci coi piedi di piombo – commenta l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune – Si tratta di fare molta attenzione alla questione igienico- sanitaria (ad esempio ci fosse cibo contaminato portato da casa che un bambino fa assaggiare ad un altro, ndr), di non isolare i ragazzi (a Vergiate l’angolo panino è su un tavolo a sè stante ma nello stesso locale della mensa) e di valutare le difficoltà
che potrebbero incontrare i più piccoli, gli alunni delle prime classi delle elementari».
Insomma, non basta dire “schiscetta”. Nel caso di Vergiate, unico esempio, forse, nel Varesotto, galeotta fu, nel 2012, la disposizione ministeriale che considerava il tempo mensa un tempo curriculare, ossia ore da ritenere alla pari delle ore di lezione, dunque obbligatorie. Ma come? La mensa diventa obbligatoria? E chi non poteva permettersi il costo del buono pasto?
Da qui la ricerca immediata di una soluzione da parte dell’attivissimo ufficio scolastico del Comune di Vergiate che, smuovendo Asl e dirigenza scolastica, a fronte di una delibera poi del sindaco , ha trovato la via d’uscita. Consentire alla famiglie di far portare da casa cibo non deperibile e deteriorabile, da non refrigerare, scaldare e, ovviamente, men che meno cuocere.
In sostanza: un panino, una focaccia o una pizzetta, ma anche insalata di riso in estate, ad esempio. L’esempio è lungo e ben dettagliato. Acqua e non bibite gassate da bere. Una rivoluzione rimasta in vigore nonostante, poi, ci sia stato l’immediato dietrofront sul tempo mensa, non più ritenuto tempo di lezione all’inizio dello stesso anno scolastico.
La soluzione ha funzionato e funziona tuttora. Fino all’anno scorso un terzo degli studenti ha aderito al progetto, mentre quest’anno, con due sole sezioni di tempo prolungato che utilizzano la mensa, gli iscritti all’angolo panino sono rimasti solo 4 su 34 iscritti.
Se l’esperienza Vergiate farà breccia nel Varesotto si starà a vedere, al di là delle mille firme già raccolte online dalla petizione della consigliera grillina. Tre anni fa, all’ufficio scuola del Comune di Vergiate, sono arrivate telefonate da numerosi Comuni di diverse regioni d’Italia. Ora, forse, i tempi sono maturi anche per la provincia di Varese.