«Abbiamo visto la morte in faccia. Mio marito si è visto passare un proiettile a pochi centimetri dal viso. Ha visto la pallottola spaccare i piatti e poi conficcarsi in un tavolo della cucina»., titolare con il marito del bar gastronomia Sentiero Goloso di Mozzate racconta la notte da incubo superata da poche ore. Una notte dove protagonista assoluto, oltre al terrore, è stato , 42 anni, tradatese noto alle forze dell’ordine, che alle 4.15 del mattino si è presentato nel locale dove aveva già creato problemi armato di pistola.
«A me spiace per la famiglia di quest’uomo – dice Antonia – il fratello è venuto il giorno dopo a scusarsi. Mi spiace perchè sono madre anch’io. Ma quello che è accaduto è stato al di là di ogni immaginazione. Un incubo». Pazzia non è cliente del locale sulla Varesina aperto 24 ore su 24. L’altra sera ci è capitato per sbaglio. «Era al tavolo e dietro di lui era seduto un ragazzo – racconta la titolare –
non si conoscevano, ma quell’uomo a quanto pare ha accusato l’altro di fissarlo». Il secondo cliente ha reagito negando e ne è nata una discussione poi sfociata in una lite accesa. «Li abbiamo fatti uscire dal locale. Siamo aperti da tre anni e non abbiamo mai avuto problemi – racconta la titolare – gli abbiamo detto di calmarsi e andare via».
Ma Pazzia, fuori dal locale ha continuato la lite. Quando gli altri avventori si sono accorti di quanto stesse accadendo sono intervenuti in soccorso del giovane preso di mira. A quel punto Pazzia sale sulla sua Mini Cooper e investe il rivale che si “salva”saltando sul cofano. Il tradatese se ne va e il giovane viene soccorso. «È andato via dal locale», spiega la titolare. Ma Pazzia vuole avere soddisfazione. Torna al Sentiero Goloso armato di pistola. «Credeva stessimo nascondendo l’altro ragazzo nel locale. Lo cercava. È entrato e ha sparato due colpi. La pistola per miracolo si è inceppata».
Due volte. «Nel locale tutti scappavano. Io ero di sopra ho sentito le grida, gli spari. C’erano i miei bambini che riposavano. I cani abbaiavano all ’impazzata. Mi sono affacciata alle scale è ho visto mia nipote accovacciata che mi diceva non scendere, non scendere», Antonina aggiunge. «Era il panico». La nipote si è vista puntare la pistola in faccia. Pazzia girava nel locale cercando il rivale, la pistola ad altezza d’uomo. Voleva l’altro. «Mio marito si era chiuso in cucina – racconta Antonina – lui ha sparato contro la porta. Il proiettile ha mancato mio marito di pochi centimetri. Se l’è visto passare davanti». Pazzia sparava e gridava. Il terrore è stato spazzato via dai carabinieri che lo hanno arrestato per tentato omicidio. «Io non lo conosco. Non so cosa sia scattato in lui, ma era premeditato. È tornato con la pistola e si è messo a sparare nel locale. Avrebbe potuto ucciderci tutti».