Undici seconde case per ogni residenza, al Piemonte maglia nera


Roma, 6 ago. (Apcom)
– Se i 1.157 residenti della piemontese Sauze d’Oulx, alta Val di Susa, domani decidessero (per assurdo) di spartirsi le abitazioni del piccolo paese montano ognuno ne riceverebbe cinque. Quasi altrettante i residenti di Frabosa Sottana e Limone Piemonte, nel cuneese: esattamente e rispettivamente 4,7 e 4,5 abitazioni ciascuno. Certo, non sono abitazioni di loro proprietà, ma delle centinaia di non residenti (soprattutto turisti) che negli anni hanno acquistato una seconda casa ai piedi o sulle falde delle Alpi piemontesi per passare l’estate o la settimana bianca.

A Sauze d’Oulx, già sede delle Olpiadi invernali del 2006, per ogni abitazione di residenti ci sono ben 11 seconde case, quasi 10 a Frabosa Sottana, più di 7,5 a Limone Piemonte: troppe secondo Legambiente, che ha presentato un dossier sull’edilizia turistica montana nel nord Italia per quantificare “il fenomeno della speculazione immobiliare che nella percezione dei residenti è diventato sempre più un elemento di malessere”. Troppo cemento insomma, che rovina e umilia il paesaggio e pesa troppo sui bilanci delle piccole amministrazioni locali. Una situazione che per Legambiente il Piano casa del governo potrebbe peggiorare.

Il rapporto si chiama ‘Carovana delle Alpi’: realizzato con il contributo del ministero dell`Ambiente, del Territorio e del Mare, si concentra sulla qualità turistica delle località alpine dal particolare punto di osservazione costituito dalla quantità di seconde case, dette anche ‘letti freddi’, per il fatto di essere alloggi chiusi e inutilizzati per gran parte dell’anno. In tutto 260 comuni tra le principali località turistiche, dotati di significativa ricettività turistica, sparsi dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia.

La ‘maglia nera’ della cementificazione da seconde case in motagna va al Piemonte: secondo la top ten di Legambiente sul numero totale di ‘letti freddi’, il primato va a Bardonecchia (Torino) con 7.892 abitazioni (l’84,67%, 1.429 quelle dei residenti). Seguono sul podio, appunto, Frabosa Sottana (6.600 seconde case, il 90,77% del totale) e Limone Piemonte (6.187, l’88,59%). Poi Presolana nel bargamasco (6.102, 82,64%), Roana nel vicentino (5.846, 79,53%), Pinzolo in provincia di Trento (5.477, 81,93%), Sauze d’Oulx (5.332, 91,98%), Valtournenche vicino Aosta (6.182, 84,24%), Ponte di Legno nel bresciano (4.326, 84,33%) e Asiago nel vicentino (4.294, 63,05%). Tra i primi 25 comuni per quantità di seconde case 8 sono piemontesi, 7 lombardi, 5 veneti, 3 valdostani e 2 trentini.

“Il problema dell’eccesso di seconde case è presente in tutto l’Arco alpino, ma mentre altrove, soprattutto nei Paesi di lingua tedesca, si sta cercando di arginare il fenomeno attraverso vincoli urbanistici e misure fiscali di disincentivo, da noi la speculazione immobiliare d’alta quota pare inarrestabile, ed è assecondata da provvedimenti come i condoni edilizi e l’attuale Piano casa”, spiega il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri: “Siamo estremamente preoccupati per le conseguenze che il Piano casa, per come attuato da regioni come Lombardia, Veneto e Friuli, potrebbe determinare sulla crescita insostenibile delle volumetrie e degli alloggi utilizzati come seconde case e per questo – dichiara il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri – ci appelliamo ai sindaci affinché, ove possibile, introducano limiti all’applicazione di questa norma per tutelare non solo l’ambiente, ma anche la qualità turistica del proprio territorio”.

Il fenomeno non è però ovunque così grave, anzi esistono regioni – come l’Alto Adige – dove le seconde case sono una presenza assolutamente marginale. La provincia sudtirolese è indicata infatti come un vero e proprio “modello turistico” di successo, con una dotazione di posti letto superiore a un terzo dell’intera accoglienza turistica alpina, ma distribuita in modo così capillare da portare benefici all’intera comunità e con una presenza di seconde case ridotta al 20% del patrimonio immobiliare delle 75 località turistiche altoatesine esaminate dal rapporto.

Sav

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