Purtroppo si sente sovente dire che l’Italia è un Paese di ladri; questa affermazione mi indispone sempre in quanto avendo girato abbastanza l’Europa per lavoro posso testimoniare che ladri ce ne sono ovunque anche se è vero che da noi ce ne sono molti, forse troppi, tanto che a volte te li ritrovi fin dentro casa…La crisi economica contribuisce poi a spingere i cittadini un tempo onesti sulla cattiva strada (come direbbe De Andrè). Anche il comportamento a volte non proprio adamantino di taluni enti pubblici funge da cattivo esempio.
Giusto per citarne uno l’I.N.P.S e le pensioni sociali (erogate quindi ai più bisognosi) fanno storia. Infatti per esse (come per le altre) non è possibile inoltrare la relativa domanda prima del raggiungimento dell’età prescritta… Ipotizziamo che Tizio raggiunga tale età al primo gennaio… se sarà veloce a raccogliere la documentazione richiesta inoltrerà tale domanda alla prima settimana del mese, l’ente la riceverà per posta alla seconda, la esaminerà entro la quarta… e di prassi la respingerà una prima volta avvalendosi di uno dei tanti motivi fasulli di giustificazione dandone comunicazione la prima settimana di febbraio al malcapitato che (avendone diritto) provvederà a fare ricorso entro il 15 di febbraio… l’Ente esaminerà tale ricorso verso fine mese e all’inizio di quello successivo invierà comunicazione della tanto agognata accettazione della domanda. A metà marzo il poveretto (se non già deceduto per fame) prenderà felicemente atto che secondo una norma di legge la sua misera pensione corrispondente a 2 chili di pane e un litro di latte al giorno verrà erogata a partire dal mese successivo alla data della lettera dell’accettazione da parte dell’I.N.P.S. Quindi da aprile! Una sottrazione ingiustificata di circa 1.350 euro per ogni nuova pensione erogata. Cifra che moltiplicata per il numero di tali pensioni è enorme…..Mi sono chiesto a chi vanno questi soldi, considerato che nella previsione di bilancio dell’ente non si tiene conto di tale ritardo… la risposta me l’ha data un funzionario attraverso un’altra domanda: «Dove vanno i palloncini gonfiati d’elio quando sfuggono di mano a un bambino?». Spero che qualche procura (non importa di quale colore politico dipinta) sappia dare ai cittadini una risposta più consona al suo obbligo di accertamento e che il parlamento non perda un sol giorno di tempo dopo le sue lunghe ferie e oggi, otto gennaio, modifichi immediatamente con voto unanime magari su proposta grillina questa norma infame. In fondo anche i poveri hanno diritto di sperare che l’anno nuovo sia un tantino migliore di quello passato.