– «Un progetto «discreto, garbato, fine e non ostentato», l’ha definito , presidente del Varese che punta ad avviare il prima possibile la procedura per rimettere a nuovo il Franco Ossola.
ha già mostrato di gradire l’idea e noi siamo curiosi di sapere come la pensano dall’opposta parte politica dell’attuale sindaco leghista. A partire da che, alle primarie del Partito Democratico dello scorso 13 dicembre, è stato indicato come candidato del centro sinistra. Il giovane avvocato ha voglia di ascoltare i dettagli del progetto: «Le sorti del Varese Calcio mi stanno molto a cuore e la possibilità di riqualificare lo stadio è ottima se ci sono i soldi per farlo e dunque se esiste già
un preciso piano economico». Qui sta il punto: «Mi preoccupa che non siano chiari gli aspetti di sostenibilità economica del progetto, come è già purtroppo accaduto per tanti casi analoghi. E qui ci tengo a fare una precisazione: l’amministrazione che guiderò avrà l’obiettivo di riqualificare lo stadio e gli altri impianti sportivi, avendo sempre ben chiaro l’aspetto finanziario e la sostenibilità. Non riempirò le pagine dei giornali per fare annunci di opere che poi non saranno mai inaugurate. Ma porterò avanti progetti certi e realizzabili». Galimberti non si stufa di insistere su questo tema: «Faremo cambiare passo a Varese, che lascerà la politica dei proclami per quella dei fatti. I tempi sono cambiati e i cittadini vogliono risultati. Dall’amministrazione uscente mi aspettavo, dopo dieci anni, di vedere lo stadio già ristrutturato, non l’ennesimo annuncio. Sono un ex calciatore, perché ho giocato nella Cassiopea nel Sant’Ambrogio e nella Rasa, mio figlio Stefano ha sette anni e fa già parte del Varese: è chiaro che mi sta a cuore la ristrutturazione del Franco Ossola, ma la gente vuole cose concrete. Il progetto deve essere sostenibile economicamente, altrimenti diventerebbe la solita stucchevole boutade». Galimberti promette impegno non solo per il calcio: «Ogni giorno a Varese ci sono migliaia di persone che fanno sport. Tutte devono avere impianti adeguati per coltivare le loro discipline».
è stato avversario di Galimberti alle primarie del Partito Democratico e ha perso con onore. L’agronomo è un grande tifoso e sponsor del Varese: «L’unico posto in cui può stare lo stadio è quello attuale perché è unico: c’è una vista incantevole sul Sacro Monte e bisognerebbe far pagare due volte il biglietto per il panorama che si vede dalle tribune». La scelta di mantenere il Franco Ossola dov’è piace dunque a Zanzi, molto critico però sul terreno di gioco che, secondo il progetto dovrebbe essere in erba sintetica mista a quella naturale: «Da luglio mi occupo di consulenza per la Pinetina, centro di allenamenti dell’Inter che, anche grazie a noi, sta diventando la società calcistica più ecosostenibile d’Italia, perché non usa più prodotti chimici per la cura dei prati, anche di quelli in misto sintetico. Non sono il massimo e hanno alti costi di manutenzioni: uno studio olandese ha messo in relazione l’asma con i campi sintetici che sono forti accumulatori di batteri. Mio figlio Ambrogio è forte sull’argomento che sta trattando nel suo master all’università di Boston».
Se Galimberti e Zanzi sono possibilisti, , candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle è perentorio: «Quando sento parlare di questi progetti mi chiedo se gli amministratori si sono bevuti il cervello. L’Italia non è fuori dalla crisi, nonostante il Pd dichiari il contrario, e le risorse vanno dedicate a chi ha bisogno: pensiamo al reddito di cittadinanza. Oppure alla cultura. Qui si pensa allo stadio: ma abbiamo una squadra in serie A o dobbiamo salvaguardare gli interessi di qualcuno? Per favore non tiratemi fuori dalla grazia di Dio».