– L’unione fa la forza e, in questo caso, porta anche quattrini: a sostegno delle aggregazioni di imprese per progetti di innovazione e ricerca ci sono 120 milioni di euro, messi a disposizione da Regione Lombardia. Il bando si chiama “Linea R&S per Aggregazioni” ed è stato presentato alle imprese varesine durante un incontro organizzato dall’Unione Industriali varesina per aiutare le imprese a cogliere questa grande opportunità: l’obiettivo è incentivare la collaborazione tra Pmi, grandi imprese e centri di ricerca proprio sul fronte delle attività di ricerca e sviluppo. Una misura importante dal potenziale elevato, sottolinea Univa ricordando i risultati della precedente simile iniziativa a sostegno dei partenariati di imprese sul fronte della ricerca che la Regione organizzò insieme al Miur.
«La somma stanziata fu la stessa: 120 milioni. Risultato: furono finanziati 77 progetti per un coinvolgimento totale di 276 soggetti tra imprese e centri di ricerca. Gli organismi di ricerca furono 26, 33 le grandi imprese, 55 le medie, 94 le piccole, 68 le micro. Il meccanismo ha creato 375 posti di lavoro complessivi, il 75% dei quali rappresentato da assunzioni di nuovi ricercatori». Questa volta «gli interventi che saranno ammessi alla presentazione della domanda di finanziamento –
spiega Univa – dovranno riguardare progetti di sviluppo tecnologico nell’ambito di sette diverse aree di specializzazione». L’aerospazio, un settore che già sta dimostrando grande interesse per il bando, ma poi anche agroalimentare, eco-industria, industrie creative e culturali, industria della salute, manifatturiero avanzato, mobilità sostenibile: «Non importa il settore di appartenenza delle imprese. L’importante è che le attività di ricerca e innovazione abbiano impatto in uno di questi ambiti individuati come strategici per lo sviluppo economico da Regione Lombardia» sottolinea Univa. Ma la vera discriminante sarà la capacità delle imprese di collaborare tra di loro: possono infatti presentare domanda di finanziamento i partenariati composti da un minimo di tre soggetti, almeno due devono essere piccole e medie imprese, in associazione con un organismo di ricerca e/o una grande impresa. Non solo, l’aggregazione dovrà rispettare anche una ripartizione minima delle spese.
Il 60% delle spese del progetto di ricerca e sviluppo deve essere sostenuto da Pmi. Mentre le grandi imprese non possono sobbarcarsi più del 25%. E non parliamo di piccoli interventi: ogni progetto deve avere a budget spese totali ammissibili per un importo non inferiore al milione di euro, per un sostegno massimo da parte della Regione, di due milioni. Tra le spese ammissibili sono elencate quelle del personale relative a ricercatori e tecnici, i costi di ammortamento degli impianti e dei macchinari utilizzati per il periodo del progetto, i brevetti acquisiti o ottenuti in licenza, i servizi di consulenza, i costi di esercizio direttamente connessi all’attività di ricerca e sviluppo, spese generali addizionali forfettarie per un massimo del 15% delle spese del personale. La raccolta delle domande è partita il 19 gennaio e durerà fino alle ore 14.30 dell’11 marzo e potranno essere presentate esclusivamente tramite il Sistema Informativo Siage. Chi arriva primo non avrà diritto di precedenza. A essere premiante sarà solo la bontà del progetto.