– E’ stato temporaneamente sospeso il taglio degli storici tigli di San Macario: per il momento, infatti, gli alberi commemorativi dei caduti delle due Guerre Mondiali resteranno al loro posto.
Per difenderli ieri mattina, in quella che doveva essere la giornata programmata per il taglio, in previsione della realizzazione del marciapiede di via XXII Marzo, nella frazione a Samarate, si è schierato anche un presidio di una ventina di cittadini, che si stanno battendo per difenderli. E’ stata una mattinata tesa, che ha visto anche la presenza delle pattuglie della polizia locale e dei carabinieri, ma non ci sono stati disordini. Alla fine è stato deciso di sospendere il taglio delle piante: resta bloccato anche il cantiere che di fatto paralizza uno degli ingressi alla frazione creando disagio tra i cittadini.
Quella dei tigli è una vicenda che parte da lontano e che ha coinvolto la popolazione in maniera consistente. Nella sola giornata di domenica sono state raccolte le firme necessarie (un cinquantesimo dell’elettorato) per indire un consiglio comunale d’urgenza nel quale i consiglieri dovranno esprimere il loro parere rispetto a due temi: uno sui tigli di San Macario, l’altra mozione, invece, riguarderà in generale la tutela anche degli altri due viali del paese nel quale spuntano i tigli.
In primo piano c’è però la sorte dei tigli di San Macario: «Si tratta di alberi storici – spiega , portavoce del comitato che si sta battendo per i tigli – commemorativi dei caduti della Grande Guerra. Ogni albero aveva anche la sua targhetta: con il tempo le targhette sono state tolte, ma la storicità resta».
La Forestale di Varese aveva rigettato la richiesta di monumentalità degli alberi, ma la combattiva cittadina di Samarate, insieme ad altri concittadini si è data da fare per sensibilizzare la cittadinanza rispetto alla questione. «Domenica – racconta – mi sono commossa vedendo un uomo di 90 anni che è venuto al banchetto a firmare. E’ stata una scena che personalmente mi ha dato ancora più forza nell’andare avanti». A luglio, nella prima sottoscrizione popolare, erano piovute centinaia di firme per stoppare il taglio dei tigli. Ma la protesta non si è fermata e sta proseguendo: «Secondo noi – spiega – possono tranquillamente venire avanti con l’aiuola e realizzino il marciapiede senza toccare i tigli. Abbiamo 24 tigli: ne resterebbero 9, i più vecchi, alcuni cespugli e alcuni nuovi piccoli tigli. Che senso ha? Che chiudano i lavori. Hanno capito che la gente li vuole, Il partito del sindaco (Lega Nord) in campagna elettorale aveva detto che l’obiettivo era salvaguardare il territorio e tutelare il patrimonio lasciato dai nostri nonni per consegnarlo ai nipoti, ma così non si consegna un bel niente. Assurdo che si faccia decidere la forestale di Varese, che il sindaco se la rida quando parliamo della storicità dei tigli e che poi si perda tempo con il cantiere creando dei disagi facendo passare i ritardi come fosse colpa di chi sta difendendo i tigli».