Nuove scritte ad imbrattare i muri del museo archeologico di Angera di via Marconi, già colpito dai vandali lo scorso sabato. La solidarietà e i messaggi di stima degli angeresi e dei tanti visitatori sono però più forti della stupidità dei soliti ignoti, che non interromperà la normale programmazione culturale. «Siamo grati nei confronti della comunità angerese così attenta e che ci dimostra costante affetto e da cui abbiamo ricevuti tanti attestati di stima e preoccupazione per le scritte nere comparse sulle facciate del museo e di alcuni edifici del borgo, ma anche a Ranco e Sesto Calende» afferma, curatrice del Museo archeologico. I vandali sono purtroppo tornati a colpire anche nei giorni successivi.
«Dopo le scritte nere sono seguite, purtroppo, scritte rosse, sciocche esattamente quanto le precedenti» conferma la curatrice, che non ha alcuna intenzione di arrendersi, ma anzi di rilanciare e promuovere programmi e iniziative sempre più interessanti e aperte ad altre culture. «Continuiamo a danzare, tenendoci per mano, con la voglia comune di pulire e andare avanti, nella speranza che coloro che hanno così scarso rispetto per i beni comuni e le case altrui, si pongano delle domande, si guardino in giro e si accorgano di quanto è bello e ricco è il loro territorio» sottolinea la Miedico, che si rivolge poi agli imbrattatori che hanno sporcato i muri del museo.
«Spero pensino quanto potrebbe essere utile e gratificante per loro stessi, se si impegnassero con noi a ripulire e migliorare il nostro territorio, invece che scaricare le loro frustrazioni nelle bombolette spray» aggiunge la responsabile della struttura di via Marconi.
Il programma del museo di Angera non si ferma e domenica 17 aprile si terrà un nuovo incontro del ciclo “Gli dei degli altri”, che indaga le tradizioni religiose non latine della Lombardia antica. Domenica prossima si parlerà della Danza delle Matrone, una danza millenaria di cui si sono trovate tracce anche ad Angera. L’altare delle matrone rinvenuto nella città affacciata sul lago Maggiore e oggi esposto al museo archeologico di Villa Mirabello a Varese, mostra una danza particolare. «Quella danza aveva forse a che fare con la celebra grotta di Angera, dove gli scavi iniziarono proprio cento anni fa e noi, con un evento in autunno, ricorderemo l’avvio delle ricerche».