La Leicester mania ha contagiato tutto il mondo. Una squadra di assoluta periferia calcistica giornata dopo giornata è sempre più vicina a vincere la Premier League e a scrivere una storia che, comunque vada, rimarrà nei cuori di tutti gli appassionati di sport. Perché nel calcio dei milioni, dei campionati vinti sempre dalle solite squadre, un diversivo così inatteso è capace di far tornare a credere che di imprese impossibili, per quanto difficili, non ne esistano.
Un miracolo che unisce, di nazione in nazione, di stadio in stadio, a partire da quel Franco Ossola che, mentre si gode le battute finali di una trionfale stagione di rinascita, segue smartphone alla mano – le radioline del terzo millennio – i risultati del nostro Andrea Azzalin, biancorosso volato oltremanica, esplodendo al gol di Vardy come se le volpi stessero correndo a Masnago. «Facciamo questo lavoro per le emozioni che ci regala» le parole, in lacrime, di Claudio Ranieri. Le stesse lacrime che sogniamo di piangere anche noi. Insieme a tutto il resto del mondo.