C’è anche una Busto calcistica che vince: si trova in via Valle Olona. Sbancando Gavirate per 3-1, il Busto 81 vola in Eccellenza per la prima volta nella sua storia. Un trionfo per la società del patron Gigi Galli e del presidente Giuseppe Sforzini. Uno degli artefici del miracolo biancorosso è il 35enne Carmine Gorrasi, bandiera del Busto 81 prima da calciatore e ora da direttore generale. «Il motore di questa grande stagione è stato il gruppo – sottolinea Gorrasi – Insieme al ds Simone Morandi abbiamo scelto di puntare su due “blocchi” di giocatori che si erano già consolidati in altre società, come la Roncalli e il Mozzate. Questa strategia si è rivelata felice e vincente. E mister Paolo Crucitti ha fatto il resto, guidando la squadra al meglio. Lui è il valore aggiunto».
L’obiettivo erano i playoff. Ma sarò sincero: io e il ds Morandi eravamo convinti che il Busto 81 avesse qualcosa in più degli altri.
Il 17 febbraio contro l’Olimpia Ponte Tresa, davanti ai 700 dello Speroni. Avevamo parecchie assenze, loro vincendo sarebbero arrivati a -1. Li abbiamo spediti a -7: lì si è chiuso il campionato.
No, no, calma. È vero che siamo ambiziosi, ma sarà il nostro primo anno in Eccellenza: non sarebbe saggio pensare a qualcosa di diverso dalla salvezza. Siamo abituati a fare le cose per gradi.
Domenica sera abbiamo fatto un po’ tardi con la squadra…(ride ndr). Ma la vera festa la facciamo domenica prossima in casa, dove tra l’altro ci aspetta una bella partita, il derby con la Castellanzese. Ci sarà una bella cornice di pubblico, sarà presente il settore giovanile, e dopo la gara celebreremo la promozione. Ma in campo non regaleremo nulla: un derby è sempre un derby.
Devo dire di sì. Ultimamente si sono avvicinate diverse persone che non avevo mai visto prima. Il nostro problema sono le tribune, che non hanno copertura. Bisognerebbe provvedere, ma lo stadio è comunale e non credo proprio che l’amministrazione possa farsi carico della spesa.
Della società conosciamo solo la signora Patrizia Testa, persona straordinaria che si è ritrovata in un mondo che conosceva poco e che è stata poco aiutata. In questa stagione abbiamo iniziato a collaborare: ci hanno mandato qualche giovane della Berretti, noi abbiamo ricambiato con qualche ragazzo già pronto a fare il salto. Oltre a questo, per ora non c’è altro.
Credo che in questo momento la priorità della Pro Patria sia sistemare la propria situazione societaria. Il resto verrà dopo.
No, rifiuterei. Sono stato capitano del Busto 81 per tanti anni, e quando ho smesso di giocare mi hanno dato la possibilità di iniziare un percorso dirigenziale: non voglio abbandonare una società che per la prima volta va in Eccellenza. Sono troppo legato a questa realtà. Non dico che se mi chiamasse la Juve farei fatica ad accettare, ma quasi.n