Le intercettazione e il voyeurismo per il re nudo

L’editoriale del direttore di Rete55, Matteo Inzaghi

Puntuale come un orologio, torna in auge il dibattito sulla bontà delle intercettazioni. Sulla loro utilità a fini investigativi e sulle loro limitazioni a fini etici. A dare fuoco alle polveri, il caso Guidi, ministro dimissionario ma al momento non indagato. Il nodo, come sempre, non sta tanto in ciò che si ascolta e si registra, ma in ciò che si diffonde e si pubblica. E anche nella capacità di distinguere frasi e parole che esprimono involontarie ammissioni di reato,

da quelle che possano semplicemente compromettere l’immagine del protagonista, senza per questo sottendere alcun illecito. E il punto, in fondo, sta proprio qui. Nella facilità con cui impalliniamo il potente di turno mescolando atteggiamenti sospetti e comportamenti semplicemente scomposti. Forse perché il pubblico gode nel vedere il Re nudo, ridere di lui vedendolo passare dalle stelle alle stalle, prenderlo in giro quando scopriamo che dietro alla parvenza elitaria e raffinata si nascondono approcci volgari o dozzinali. Lo facciamo con quel misto di goliardia e voyeurismo. Dimenticando che ciascuno di noi, nella propria intimità e nelle conversazioni più personali, abbassa le difese, si lascia andare, dice cose che mai, nemmeno sotto tortura, ripeterebbe in pubblico. E non necessariamente per ipocrisia, ma, più banalmente, per decoro e per rispetto di se stessi e degli altri. Per questo, prima che di una legge (visto che ne abbiamo a sufficienza) basterebbe un po’ di buon senso e di equilibrio. Basterebbe che alla fonte, magistratura prima e giornalisti poi, si evitasse la divulgazione di ciò che nulla c’entra con le indagini. Si evitasse, cioè, di gettare in pasto al pubblico qualunque frase raccolta, col rischio di mischiare notizie e pettegolezzi come se rivestissero la stessa importanza. Il pubblico sa essere vorace, feroce e non è tenuto a fare distinzioni. Sta a noi metterlo nelle condizioni di capire e di farsi un’opinione, senza fare leva sui bassi istinti. Perché litigare col fidanzato e tramare affari occulti non sono la stessa cosa. E perché demolire una persona mostrando le sue umane debolezze è molto più facile, sbrigativo e devastante di quanto lo sia perseguirlo per questa o quella malefatta.