«Buono da 150 euro». Ma è un falso

La truffa via Whatsapp - Già 30 segnalazioni da Varese per il finto sconto da Zara, che è parte lesa

– Il trucchetto del “corri, è gratis” è un evergreen che nonostante la coltre di diffidenza calata a livello sociale su ogni italiano funziona sempre. Il mezzo, a quanto pare, conta moltissimo: perchè se tendiamo a non aprire la porta di casa allo sconosciuto che magari è un vero venditore che non intende ingannarci, se l’amo viene gettato per via telematica inspiegabilmente diventa irresistibile. L’ultima truffa ha scelto il servizio di messaggistica più usato al mondo: WhatsApp. E anche l’esca è notevole: un buono sconto da 150 euro da spendere nel punto di vendita Zara più vicino. Zara, che oltre ad essere una delle catene moda più amate in Italia, è anche estranea alla vicenda, e anzi è parte lesa.

La truffa ha mietuto vittime in tutta Italia: e dalla provincia di Varese alla polizia postale di Milano sono arrivate una trentina di segnalazioni. Come funziona il “pacco”? Da un amico o un gruppo vi arriva un messaggio con allegato un link: “Buono 150 euro Zara. Ricevi il coupon di Zara del valore di 150 euro”. Il messaggio contiene anche un entusiastico commento da parte del vostro conoscente: “Appena presooo”, con tanto di faccina soddisfatta che strizza l’occhio.

E questo potrebbe ingannarvi: l’amico, ovviamente o è ignaro della violazione subita dalla sua rubrica, oppure è a sua volta vittima della truffa. Tutto è pensato davvero nei minimi dettagli perché potrebbe sembrare che il vostro amico abbia davvero vinto questo buono. I buoni acquisto da 150 euro messi in palio da Zara non esistono, naturalmente, ma l’occasione è ghiotta e moltissimi si sono lasciati ingannare. Il messaggio che vi arriva, se ci cliccate sopra, vi farà andare con un link su un sito dove è presente un sondaggio. Sul sito verrete invitati a rispondere a un breve quiz prima di ricevere il presunto coupon: “Sei cliente Zara?”, Con che frequenza acquisti?”, “A che distanza abiti dal negozio?”. Domande che potrebbero avere un senso: non è inusuale che un’azienda esegua dei sondaggi di mercato attraverso la propria clientela. Subito dopo aver risposto, finirete nel gruppetto dei super fortunati “vincitori”. Per ottenere il sospirato tesoretto da spendere bisogna condividere il test con tre gruppi o con 10 contatti della propria rubrica in 241 secondi.

L’effetto moltiplicatore della bufala e il numero degli utenti coinvolti rischiano di essere da capogiro. Ma non è finita qui. Una volta che avrete fatto tutto, i gruppi non verranno riconosciuti come tali, bisognerà inserire altri dieci utenti per arrivare al fondo, mentre il tempo passa. Quando avrete fatto tutto, l’ultimo passaggio porta alla pagina di un sito di gossip.
A questo punto la truffa si compie, perchè il malcapitato di turno si ritroverà iscritto a tutta una serie di servizi a pagamento mai richiesti. E l’utente se ne accorgerà soltanto dopo qualche tempo, almeno che non controlli ora dopo ora i costi del proprio cellulare. Dietro la truffa, a quanto pare, ci sono dei veri e propri fantasmi. I messaggi rimbalzano da server spagnoli o francesi per mezza Europa. E i dati sensibili carpiti in Italia sono letteralmente milioni.
Dati che potenzialmente potrebbero essere utilizzati per mettere a segno altre truffe.