Eccolo, il nuovo corso de La Provincia di Varese. Una donna al timone, giovane, in gamba, capace di coniugare le doti giornalistiche a quelle manageriali, imprescindibili nell’intricata e competitiva epoca attuale.
Una squadra già lanciata a cento all’ora e intenzionata a non rallentare nemmeno di un passo. E un periodo, quello (post)elettorale, denso di fermenti e di novità, preludio ideale di altri film, altri protagonisti, altre storie da raccontare. Chi scrive, come ben sapete, è
uomo di microfono e non di pagina; abituato all’occhio della telecamera più che al profumo cartaceo della impaginazione. E l’auspicio è che questa mia doppia veste giovi sia a Rete55 sia a La Provincia, alleate da una partnership industriale e mediatica che da oggi si consolida, si rafforza, arricchendosi reciprocamente.
Una contaminazione sana, multimediale, ambiziosa e volutamente dissacrante. Per dire a tutti, chiaro e tondo, che le distinzioni di un tempo non valgono più. Che l’informazione è scrittura ed è immagine, è volto ed è parola, è suono ed è silenzio, è semantica e pure semiotica.
È sintesi, che va dritta al cuore dei temi e alla testa di chi guarda, legge, ascolta. È commento, opinione, dibattito. È la capacità di stupirsi, commuoversi, scoprire, eccellere. Di correre per vincere, ma anche di cadere, sbagliare e poi chiedere scusa. Perché l’informazione, quella vera, sa capire e perdonare. Ma non dimentica mai.