Erano 313 i candidati al consiglio comunale alle amministrative di domenica scorsa. Ma 27 di loro avrebbero potuto risparmiarsi la fatica, visto che non hanno portato a casa nemmeno una preferenza. Un aspirante consigliere comunale su dieci, per dirlo in un’altra maniera, non ha trovato nemmeno un gallaratese che gli desse fiducia. E allora delle due l’una: o si tratta di gente che non risiede a Gallarate, che quindi non vota, oppure non hanno avuto nemmeno il coraggio di votarsi da soli.
Ma se sono loro i primi a non credere in loro stessi, come possono pensare che lo facciano gli elettori?
Domanda da rivolgere soprattutto a chi ha compilato le liste di Gallarate Onesta e di Sinistra, Ecologia e Libertà. Nel primo caso ben otto candidati su 23 hanno ottenuto zero preferenze, nel secondo sette su 24. In altre parole, un candidato su tre avrebbe potuto risparmiarsi la campagna elettorale e la stampa dei “santini” da distribuire agli elettori.
Si dirà: poco male, tanto alla fine gli eletti in consiglio comunale sono solo 24 e quindi era ovvio che oltre il 90% dei candidati sarebbe rimasto a casa. E rimanere fuori con 100 preferenze o con nessuna non cambia il risultato finale.
Sì, però è anche vero che il primo turno è quello in cui si vota magari prescindendo da considerazioni politiche e guardando invece alla conoscenza diretta e alla stima che si ha nei confronti di un candidato consigliere. E se nel mare magnum delle liste del centrodestra di Andrea Cassani il risultato di Gallarate Onesta si perde nel mucchio, quello di Sel rischia di pesare molto di più.
Perché se il vincitore finale non sarà il candidato sostenuto dai vendoliani, ovvero Edoardo Guenzani, il partito che negli ultimi cinque anni ha espresso l’assessore all’Ecologia e il presidente della commissione Bilancio guarderà i lavori del prossimo consiglio comunale seduto insieme al pubblico. Nella classifica delle liste composte peggio ci sono poi Gallarate civica con 4 candidati fermi a zero, FdI-An con tre, Gallarate a Sinistra con due, quindi Gallarate futura, Gente di Gallarate e Borgo sindaco tutte con un candidato che non si è votato nemmeno da solo. E i più bravi?
Pd, Forza Italia e Città è vita, i cui candidati hanno ottenuto in media rispettivamente 108, 99 e 88 preferenze.
Non a caso si tratta della seconda, terza e quarta forza uscite dalle urne, dietro la Lega Nord che però storicamente non ha mai avuto un gran feeling con le preferenze. Sarà anche per questo che, comunque vada il ballottaggio, questi quattro partiti saranno quelli maggiormente rappresentati in consiglio comunale, lasciando agli altri soltanto le briciole.