Arrivare al 2030 preparati. Questo l’obiettivo del governo cinese, che punta dritto al calcio. Senza se ne ma. Xi Jinping è innamorato di questo sport, e se tra 15 anni la Cina ospiterà i Mondiali deve essere in grado di giocare la sua partita. Per questo la parola chiave è formazione. Il paese di mezzo giocherà infatti la sua partita più importante in casa. Scordatevi le immagini delle piazze dei nostri paesi dove spesso i bambini anche se non sono ancora in grado di far di conto sanno come si tira un calcio al pallone.
I bambini cinesi amano vedere il calcio ma non giocarlo, e questo fa capire come il rischio da parte cinese sia quello di investire tanto in questo sport ma senza passione e una cultura calcistica, da noi radicata nel tempo, i risultati sperati potrebbero non arrivare. Ma non demordono. Gruppi come Wanda, Alibaba, Hengdian, grazie all’investitura di Xi sono pronti ad investire e in questo scenario Hengdian ha tutte le caratteristiche che servono.
Seguendo il progetto di Pechino stanno nascendo le accademie calcistiche, ne sono previste 20 mila nei prossimi dieci anni. Del resto occorre iniziare a muoversi dato che il governo prevede la formazione di 50 milioni di calciatori praticanti. La filiale europea del gruppo media Hengdian nel vecchio continente svolge un ruolo da pivot dato che il suo obiettivo principale è cercare tecnologie sofisticate, che certo non sostituiscono ilcalcio giocato ma che sicuramente ne possono rendere più veloce l’apprendimento.
Oggi esistono tecnologie che permettono di monitorare meglio il livello dei giocatori, e sono alla ricerca di società calcistiche europee che in questo campo ci offrono gli strumenti migliori. E le più preparate sono all’estero. A partire dal Bayern Monaco che recentemente ha visto i vertici di Hengdian Europe e che molto investe nell’educazione del calcio. Anche squadre italiane come l’Inter – ormai cinese – si sono mosse verso questa direzione, mandando in Cina un numero selezionato di allenatori in grado di indirizzare i loro omologhi cinesi. Tutto suggerisce che la Cina con il calcio stia facendo sul serio. Suning ha fatto con l’Inter il primo importante investimento acquistandone la maggioranza.
Un consorzio guidato da China Media Capital ha investito 400 milioni di dollari nella società che controlla il Manchester City; il campionato cinese non importa più calciatori a fine carriera ma giocatori quali Teixeira, Ramires (per questi primi due sono stati sborsati 78 milioni di euro, nella campagna acquisti di gennaio), Guarin e Gervinho; il gruppo Dalian Wanda l’anno scorso ha comprato il 20% dell’Atletico Madrid, primo importante investimento cinese nel settore del calcio europeo, ha acquisito la società Infront e si è legato alla Fifa in qualità di top sponsor fino al 2030, ovvero per i prossimi quattro Mondiali altre società cinesi hanno poi acquistato piccole partecipazioni in Francia, Olanda, Repubblica Ceca e Spagna. E ora? Beh, forse, il Milan.