Ieri il silenzio elettorale, oggi si vota, nella notte Gallarate conoscerà il volto del nuovo sindaco. Il giovane , candidato del centrodestra, confida nell’onda lunga del primo turno, in cui distaccò il rivale di 11 punti e mezzo, mentre il sindaco uscente, l’esperto, alla guida del centrosinistra, tenta l’impresa contando di ripetere il “ribaltone” di cinque anni fa.
Il 5 giugno, il candidato del centrodestra Andrea Cassani aveva conquistato il 47,31% dei consensi (10mila e 45 voti),
staccando in doppia cifra il sindaco in cerca di riconferma per il centrosinistra, Edoardo Guenzani, votato dal 35,72% dei gallaratesi (7586). Oggi è testa a testa. Senza apparentamenti, né formali né palesati – nessuno degli altri cinque candidati sindaci ha stipulato accordi per dirottare i propri consensi su uno dei due contendenti al ballottaggio – la partita si deciderà soprattutto su due fattori: la capacità di convincimento dei 3601 elettori (il 17% circa) che al primo turno hanno votato altri candidati e l’astensionismo. Per fare un raffronto, nel 2011 il numero di votanti crollò di ben quattromila unità (il 10% esatto) tra il primo e il secondo turno. Allora, Edoardo Guenzani, che al primo turno aveva ottenuto 8055 voti contro gli 8660 del candidato del Pdl Massimo Bossi, ribaltò la situazione conquistando Palazzo Borghi con 12371 consensi contro 10163 del rivale. Cinque anni fa però il peso dei candidati esclusi dal ballottaggio (tra cui la Lega Nord) era di oltre il 34%, il doppio della tornata attuale.
Con la giornata di silenzio elettorale di ieri si è chiusa una campagna per il ballottaggio molto accesa, caratterizzata da un confronto serrato sia sulle opere pubbliche (la nuova biblioteca di via Bottini e la casa delle associazioni nell’attuale sede di piazza San Lorenzo, difese da Guenzani e osteggiate da Cassani) che sulle presunte o meno presenze ingombranti nella coalizione a sostegno di Andrea Cassani (il dirigente provinciale di Forza Italia Nino Caianiello), ma anche sul terreno nazionale (la visita di Matteo Salvini con i suoi proclami anti-Renzi, l’assenza di big nazionali in chiusura al fianco di Guenzani). Fino alla giornata di chiusura funestata dalla notizia delle minacce di morte per via epistolare ricevute dal sindaco Edoardo Guenzani e dal suo vice Giovanni Pignataro, con la tregua tra Cassani e Guenzani reciprocamente in visita alle rispettive feste di fine campagna.
Oggi la decisione delle urne. Se vince Cassani, la maggioranza sarà composta da otto consiglieri della Lega Nord, cinque di Forza Italia e uno a testa per Fratelli d’Italia e Lega Civica, mentre in minoranza ci saranno, oltre a Guenzani, quattro consiglieri del Pd, due di Città è Vita, più i due candidati sindaci che hanno ottenuto il quorum Rocco Longobardi e Roberto Borgo. Se dovesse prevalere Guenzani, in maggioranza otto consiglieri del Pd, sei di CeV e uno di Sel, in minoranza Cassani, tre leghisti e tre di Forza Italia, più Longobardi e Borgo.