Varese esce dalle urne con un risultato storico: per la prima volta, a parte le esperienze con i sindaci Bonfanti e Cova del primo dopoguerra, sceglie di virare a sinistra. Una sinistra-centro, a dire il vero. Poco sinistra e molto centro. Che si afferma senza dubbio grazie ad una campagna elettorale condotta sotto il chiaro segno moderato. Galimberti ha puntato sul civismo, e il civismo ha risposto, garantendogli una raccolta di consensi trasversale. Non solo: Galimberti ha anche mostrato impegno e costanza senza pari nel girare la città
e conoscerla, nell’affrontare in concreto i problemi della gente, nel proporre soluzioni praticabili. I segnali di competenza amministrativa hanno senz’altro indotto molti indecisi a sceglierlo, e disperso le tentazioni ideologiche ancora diffuse. La Lega perde dunque il potere nella sua roccaforte e culla dopo 23 anni, una sconfitta fortemente simbolica che chiude un’epoca storica e le cui conseguenze potrebbero non essere soltanto locali. Onore allo sconfitto Paolo Orrigoni, che ha rilasciato una dichiarazione di grande equilibrio nel commentare l’esito delle urne.
Ora, caro Davide, è il tuo momento. La città te lo chiede. Una città che proprio negli ultimi giorni ha dimostrato di confidare con forza nel rinnovamento, nel coraggio, nella fantasia. Le generazioni che ne stanno prendendo le redini hanno e pretendono senso pratico. Credono nel cambiamento e nel rilancio, portati avanti con i fatti e non a parole. Basta promesse vaghe, indugi, immobilismi. Prima di tutto: riconoscere e valorizzare il merito, dare una possibilità a chi finora è stata negata, alzare l’impegno sociale, sostenere l’economia anche dei più piccoli, eliminare le brutture e il degrado, dare un posto di prima fila alla cultura. E per far questo e molto altro ci vorrà la costruzione di una squadra di governo di indiscutibile valore.
Il nuovo sindaco non può sbagliare il primo e decisivo passo verso il futuro: buon lavoro Davide, ora tocca a te.