Bossi Jr scatta la denuncia per la benzina

Benzina non pagata per 1300 euro. Guai giudiziari per Riccardo, figlio del Senatur. Usava il nome di famiglia a garanzia di pagamenti mai fatti

Nuovi guai giudiziari per Riccardo Bossi. E sono ancora i debiti a metterlo nei pasticci: questa volta si tratta di benzina non pagata. Un benzinaio di Buguggiate infatti ha denunciato ai carabinieri il primogenito di Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord e senatur per eccellenza, sostenendo che non avrebbe pagato carburante per un valore di 1.300 euro. Sono in corso accertamenti dei carabinieri sulla vicenda.

Secondo il racconto del titolare della stazione di servizio, tra ottobre 2015 e lo scorso febbraio Riccardo Bossi più volte si sarebbe recato da lui per fare il pieno, promettendo che sarebbe passato a saldare il conto in un secondo momento, offrendo come garanzia la notorietà della sua famiglia. È noto, stando alle denunce presentate da svariati commercianti in tutta la provincia, che la frase tipo di Riccardo Bossi dopo aver effettuato un acquisto fosse: “poi passa il senatore”. Bossi padre, ignaro di tutto, inutile dirlo quei conti non li ha mai saldati. E del resto non toccava a lui nè ma si sarebbe prestato a giochi simili e per il figlio sono fioccate le denunce. Non avendo ricevuto il denaro, il benzinaio nei giorni scorsi ha deciso di presentarsi dai carabinieri e sporgere denuncia per truffa.

Riccardo Bossi, in passato, è già stato denunciato da commercianti per episodi analoghi. Rischia di finire a processo a Varese per aver acquistato, secondo l’accusa, gioielli e anche pneumatici per le sue auto senza pagare il conto (il 15 novembre comparirà davanti al gup). Il primogenito del fondatore del Carroccio, inoltre, lo scorso 16 ottobre era stato rinviato a giudizio a Busto Arsizio (Varese) sempre con l’accusa di truffa. Anche in questo caso è accusato di aver comprato gioielli e un orologio di lusso in un negozio senza saldare un conto di quasi 27 mila euro,

nonostante i continui solleciti e le promesse di pagamento. Lo scorso 14 marzo, infine, è stato condannato a Milano a un anno e otto mesi di carcere per appropriazione indebita aggravata nel processo con rito abbreviato con al centro le presunte spese personali con i fondi del Carroccio.Riccardo Bossi, infine, è stato condannato in primo grado con rito abbreviato dal tribunale di Milano a un anno e otto mesi per appropriazione indebita aggravata. Il primogenito del fondatore della Lega era finito sotto processo per una serie di spese personali (circa 158 mila euro, secondo l’accusa) fatte con i fondi del Carroccio. Il giudice Vincenzina Greco nel processo in abbreviato è andato oltre la richiesta di 1 anno del pm Paolo Filippini. Bossi jr. era imputato per spese con i fondi della Lega per circa 158mila euro. Soldi pubblici che avrebbe usato, tra il 2009 e il 2011, per pagare “debiti personali”, “noleggi auto”, le rate dell’università dell’Insubria, l’affitto di casa, il “mantenimento dell’ex moglie”, l’abbonamento alla pay-tv, “luce e gas” e anche il “veterinario per il cane”. È la prima sentenza dopo lo scoppio dello scandalo sui fondi del partito emerso nel 2012. Il legale di Bossi, che si è sempre detto estraneo ai fatti, ha più volte sottolineato come il proprio assistito fosse in difficoltà economiche e stesse cercando lavoro.