Il team di Galimberti e il ruolo del capitano

Sabato debutta il consiglio comunale, settimana prossima sarà la volta della giunta. Una giunta che ha l’impronta di Galimberti, sostenitore tenace del profilo civico di questo esecutivo. Pochi credevano che avrebbe scelto Zanzi come vicesindaco: nell’accordo elettorale tra Pd e Varese 2.0 si parlava di incarico di alto profilo per il leader del gruppo che aveva mobilitato più volte i varesini, in particolare per il no al parcheggio della Prima Cappella. Questo incarico è diventato il ruolo di vicesindaco.

È una svolta importante.
Lo è anche quella che ha spinto il neo sindaco ad arruolare alcuni esterni ai partiti e al risultato delle urne, cioè non votati dai varesini. E tuttavia che alla città si pensa riusciranno a dare molto. Cecchi alla Cultura non è un nome di prestigio e basta. Ha conosciuto in passato Varese e la sua provincia per ragioni professionali, sa che cos’è il nostro territorio e come bisogna intervenire. Anche in tal caso, Galimberti ha mantenuto le promesse: aveva garantito un assessorato che si occupasse insieme di rilancio culturale e turistico, e il manager -perché di manager si tratta – che ha accettato la proposta garantisce competenza per svolgere la mansione.
Il nuovo sindaco ci ha messo molto di suo nel costruire la squadra, resistendo alle pressioni del Pd, che infine ha accettato di fare un passo indietro a favore del rinnovamento. Si può dire che nasce un governo varesino del quale il suo capo si assume una forte responsabilità. È un atto non di presunzione, ma di coraggio. Con tutti i rischi connessi. Ma se non si rischia ora, dopo tante critiche al ventennio leghista, quando mai si dovrebbe rischiare?