È morto a 91 anni Carlo Alberti, per molti decenni punto di riferimento culturale delle due sponde del Lago Maggiore.
Figlio di genitori lavenesi, era nato a Omegna il 12 dicembre 1924. Fin da ragazzino al lavoro come garzone nella tipografia Vercelli di cui il padre era socio, quando l’azienda si divise riservando una parte esclusivamente a libreria, Carlo si appassionò al compito di organizzare la raccolta e la vendita di testi. In pochi anni allargò l’impresa, trasferendo la libreria negli ampi spazi del salone di un ex albergo.
Il successo arrivò in fretta e si moltiplicò, convincendolo all’inizio degli anni Sessanta a trasferirsi in una località da lui ritenuta migliore per sviluppare quest’attività.
Da Omegna traslocò a Verbania (l’inaugurazione del negozio di corso Garibaldi avvenne il 12 maggio ’64 con la partecipazione di scrittori come Bianciardi, Del Buono, Leidi, Mastronardi, Porzio) e qui Alberti non si limitò a dar vita a una nuova libreria, ne fece un luogo di mostre d’arte, di incontri letterari, di vivacità culturale. E avviò la stampa di numerosi libri di autori locali, riscoprendo tra l’altro il Morigia e il De Vitt. Assieme a Franco Vercelotti,
Pierangelo Frigerio, Pier Giacomo Pisoni e don Claudio Mariani fondò la rivista Verbanus a cui sarebbe seguita l’associazione storica “Società dei verbanisti”. Al compimento dei 90 anni, il personaggio ormai famoso e pluripremiato donò al Museo del paesaggio di Verbania (di cui era divenuto cittadino benemerito, mentre Laveno Mombello gli concesse poco dopo la cittadinanza onoraria) la collezione personale di incisioni e pitture in acrilico di Carlo Rapp. Disse nell’occasione un autore di punta delle edizioni Alberti, Teresio Valsesia. «L’amico Piero Chiara ti aveva definito modesto ma sagace editore. Sul sagace sono d’accordo, sul modesto no. Grazie alla tua opera di riscoperta degli antichi autori, come il De Vitt, abbiamo conosciuto pagine di storia che altrimenti sarebbero state dimenticate. Ricordo ancora i tuoi viaggi in Vespa per la valle Intrasca alla ricerca di rarità da pubblicare. Ricordo il concorso per giovani laureati che ha dato impulso alla riscoperta della storia locale. Sei sempre stato lontano, pur avendo pubblicato con il contributo di enti locali, dalle conventicole politiche. E di questo ti va dato merito. Quanto al sagace, spesso è sinonimo di furbetto. Bene, devo dire che, avendo pubblicato in vita mia anche con Mondadori, devo riconoscerti una generosità maggiore rispetto a qualche grande editore».
Dalla collaborazione tra i due era nato “Valgrande ultimo paradiso”, che in diverse edizioni ha superato tra gli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo scorso le 10 mila copie. Commentò Rapp, con parole di calda amicizia: «Abbiamo pianto insieme. Io ti devo solo ringraziare perché sei stato tu a dirmi che, una volta finite, le mie opere non erano più mie e appartenevano alla comunità. È nato così “Il Gabbiano” dal battello che avevo avuto l’incarico di decorare dalla Navigazione Lago Maggiore. Sono nati così tanti altri libri, l’ultimo pubblicato in Inghilterra». La fama di Alberti è andata ben oltre, e meritatamente , i confini del Lago Maggiore. Conserveremo di lui memoria grata. I funerali si terranno domani, lunedì, alle 15 nella basilica San Vittore di Verbania. Le spoglie saranno traslate nel cimitero di Laveno.