Cuneo è nostra. Varese in marcia sulla serie D

I biancorossi mandano al tappeto una delle principali rivali al titolo: gancio di Scapini, piemontesi ko (1-0)

Cuneo è conquistata. Il ruggito del Varese e del popolo biancorosso – addirittura superiore in numero rispetto ai tifosi locali, nonostante i 500 chilometri da coprire per la trasferta – fa paura a una delle rivali per la corsa al titolo, che prima riceve il gancio di Scapini e poi finisce al tappeto, sfiancata dalla solidità della pattuglia di Ernestino Ramella. Finisce 1-0, il primo scoglio è superato e l’impressione è che, con il mix di talento, istinto killer, sacrificio e umiltà messo in campo a Cuneo si possa arrivare lontano.

Il tecnico biancorosso schiera un 4-2-3-1 reso fluido verso il 4-4-2 dalla posizione di Piraccini, chiamato a dare una mano in fase difensiva ma lasciato libero di cercare spazio tra le linee o affiancare Scapini in fase offensiva. A metà recupera Calzi, al suo fianco Zazzi. Per il Varese prima ufficiale con la meravigliosa maglia rossa.

Il Cuneo, che risponde con un classico 4-4-2, cerca già la porta dopo pochi secondi (De Sena spara alto di potenza), ma è un fuoco di paglia. Manca ancora la curva nord, in arrivo, ma il resto del pubblico varesino è comunque già caldo. Il Cuneo si preoccupa, il Varese attende – sornione, compatto e muscoloso – il momento di colpire. E, al quarto d’ora, suona la prima campanella del campionato: lob vellutato a scavalcare i centrali piemontesi di Lercara per Scapini, che danza sulla linea del fuorigioco – come un pugile sul ring -, controlla il rimbalzo e, in piena area, sulla direttrice del primo palo, sgancia un destro che corre in diagonale, bacia il legno e varca la linea. Volata sotto la curva – che nel frattempo ha occupato il suo settore – e primo montante in campionato del bombardiere biancorosso.

Tre minuti più tardi Calzi resta a terra dopo un contrasto tenendosi la spalla malconcia ma, dopo una piccola razione di ghiaccio spray, è pronto a rientrare. L’arbitro però non gli accorda l’ingresso: il ruggito del popolo biancorosso è furioso e fa tremare le tribune. Un messaggio, di cuore e grinta, sentito in ogni trasferta della rinascita: noi giochiamo sempre in casa. Il Cuneo non trova varchi ed è anche costretto a cambiare il portiere Gomis (che ha la peggio dopo un scontro con un compagno) con Croce. Ai biancorossi, impenetrabili dietro, non mancano le idee in costruzione, ma il neoentrato numero 12 non è chiamato a nessun intervento.

La preoccupazione è comunque tutta dei… teorici padroni di casa, che non riescono mai a pungere: l’ultimo spunto di cronaca, firmato Rizzo, è un “piccione” (piatto tipico locale, poco utile però nel rettangolo verde) che vola lontano dalla porta di Pissardo (49’). A inizio ripresa Ramella è costretto a un cambio: out Viscomi (problema al polpaccio), dentro Granzotto. Il neoentrato va a sinistra, Bonanni a destra, Luoni al centro con Ferri. Dopo una gran giocata di Scapini,

che fa perno su Procida e, steso, conquista il cartellino giallo ai danni del difensore (e una punizione tirata da Calzi deviata in angolo dalla barriera, 2’), al 7’ c’è un episodio da moviola: Piraccini punta in velocità lo stesso Procida che commette ostruzione. Il secondo giallo pare inevitabile, il direttore di gara, nello stupore generale, comanda un fallo contro l’attaccante biancorosso. Un minuto più tardi gran risposta di Pissardo in volo sul colpo di testa dello stesso Procida: l’azione è fermata per fuorigioco ma il gesto conta sul piano emotivo, soprattutto personale. Al 10’ Becchio sfida e si mangia Toscano e Conrotto prima di essere rimpallato in angolo da un disperato recupero avversario. Nel frattempo si è spento Lercara: Ramella lo sostituisce con Gazo e passa al 4-5-1 (fase difensiva) e 4-3-3 (attacco).

Il Cuneo non ci capisce granché e soffre ancora: altra volata di Becchio e cross morbido in area, Scapini si insinua alle spalle di Conrotto e prova la deviazione, che Croce salva smanacciando all’angolino (18’). Dietro non si passa, con Ferri e Luoni imperatori dell’area. I biancorossi sono di roccia e i piemontesi si arrendono. L’unico neo è il rosso a Zazzi per somma di gialli: il primo per un fallo di gioco, il secondo per essere rientrato in campo senza parastinchi (93’). Una finezza inutile da parte del direttore di gara, che toglierà al Varese il professore del centrocampo contro la Caratese. A mettere il punto finale è invece Pissardo, con un’ottima presa alta (91’) e una bassa (95’).

Finisce 1-0, la festa è come da tradizione, l’urlo forte e chiaro: Cuneo è conquistata, il Varese è in marcia sulla serie D.

: Gomis (Croce dal 27’ pt); Toscano, Conrotto, Procida, Rizzo; Orofino (Corsini dall’11’ st), Papa, Togni, Radoi (Rosso dal 26’ st); De Sena, D’Antoni. A disposizione: Bianco, Quitadamo, Campana, Cotroneo, Palazzolo, Martino. All. Fraschetti.

: Pissardo; Luoni, Ferri, Viscomi (Granzotto dal 1’st), Bonanni; Calzi (Bottone dal 26’ st), Zazzi; Lercara (Gazo dal 17’ st), Piraccini, Becchio; Scapini. A disposizione: Bordin, Simonetto, Talarico, Cusinato, Salvatore, Consol. All. Ramella.

Testi di Livorno (Gallorini di Prato e Baldini di Pistoia).


Espulso: Zazzi al 48’ st per somma di gialli. Ammoniti: De Sena, Procida, Radoi e D’Antoni (C). Spettatori: 700, di cui quasi 400 da Varese. Angoli: 2-4; fuorigioco: 2-3; tiri (in porta): 8 (3) – 4 (2); falli: 9-16; recupero: 6’ + 6’.