Gionta e Scuderi affossano la difesa. Ferraro unica sicurezza, Zaro a sprazzi

Delusione soprattutto dal reparto di centrocampo: Pedone circondato, Mauri non trova spazi, Santana troppi dubbi

Male, anzi malissimo. Colpevole in occasione del raddoppio avversario quando prende gol sul suo palo sulla punizione dal limite. Perde la tranquillità e non porta più sicurezza al reparto già parecchio in difficoltà. Fluttuante.



Mezzo punto in più per la giovane età, ma la sua prestazione fa acqua da tutte le parti. Spesso in controtempo, gli avversari lo prendono di mira e lui soffre come non mai per tutta la partita. Naufrago.



Prestazione intermittente la sua. Dietro soffre come tutto il reparto, davanti si fa valere in zona gol e rende positiva una prestazione insufficiente. Alternativo.



Arrivano sempre dalla sua parte e sono sempre in superiorità numerica. Ce la mette tutta ma sembra più un donatore di sangue che un domatore di leoni. Avis.

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Fortuna che c’è lui. A sinistra loro ci provano e lui dice sempre di no. Quando c’è bisogno si sposta in mezzo e dona tranquillità e sicurezza a un reparto dubbioso. Notaio.



Protagonista di “Chi l’ha visto” fino al ’90. Si ritrova davanti alla difesa a dover fermare le incursioni avversarie che giungono come api davanti al miele, lui balla senza mai apparire, fino alla stoccata vincente all’ultimo minuto. Sciabolatore.



Giocare sul nome oggi viene facile. I “damoni” avversari lo circondano e lui non riesce mai a entrare in partita. Più scacchiere che pedone. Anonimo.



John Travolta divenne famoso per aver ballato durante “La febbre del sabato sera”, lui non diventa famoso ma balla comunque la domenica pomeriggio, fino alla sostituzione nella ripresa. Tony Manero.

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– Entra nella bolgia dell’assalto finale, la vede poco ma non per demeriti suoi. Rimandato)

La musa ispiratrice vista in Coppa Italia oggi non trova spazi né guizzi. Si gioca sempre sull’altra fascia e non riesce mai a mettersi in mostra.
Convertito.



Mezzo voto in più lo merita sicuramente per l’assist direttamente da calcio d’angolo che porta al gol di Zaro. Sulla sua fascia trova Seck, classe 1998, che vince ogni contrasto per un’ora spegnendo la stella dei Tigrotti. Dubbioso.



Tanto, tantissimo lavoro per la squadra ma poco, pochissimo quando si tratta di concludere verso la rete avversaria. Si impegna, tanto, ma ancora non basta per guadagnarsi la sufficienza. Volenteroso.