– Unioni civili, alla fine le celebreranno gli esponenti dell’opposizione. O qualunque cittadino che sia disponibile a farlo. Il tutto mentre infuria la polemica politica sul “gran rifiuto” del sindaco.
Tutto nasce dalla richiesta di un cittadino, alla quale il capo della giunta ha opposto un rifiuto. «Per me il matrimonio è quello tra un uomo e una donna», le parole di Cassani che, riportate su un gruppo Facebook, hanno scatenato forti polemiche, tanto che la vicenda è finita pure sulle pagine dell’edizione online del Fatto Quotidiano.
«Anticipando le scelte di coscienza dei suoi sette assessori, il sindaco afferma che nessuno sarà disponibile. Il risultato è che in una città di 53mila abitanti nessun rappresentante della maggioranza celebrerebbe unioni civili – l’affondo che il Partito democratico ha affidato ad una nota – ancora una volta la foga ideologica di Cassani si nutre solo di slogan senza fare i conti con la realtà». Il Pd non si accontenta delle «generiche ragioni di coscienza» addotte dal primo cittadino per motivare la sua posizione, ma chiede che sia lui che gli assessori «spieghino nel merito ai cittadini perché ravvisino dei motivi validi per non applicare la legge». Nell’attesa, tutti i consiglieri democratici si dicono disponibili a celebrare unioni civili.
Lo stesso ha fatto, con un post pubblicato su Facebook nella serata di domenica, anche , unico consigliere di “La nostra Gallarate 9.9”. E se dal suo blog l’ex assessore Cinzia Colombo (Sel) parla di Cassani come di un «sindaco integralista», le voci a difesa del primo cittadino sono quella dell’assessore regionale alla Cultura («Bravo Cassani, ha a cuore come noi la difesa della famiglia naturale») e del capogruppo della Lega Nord in Consiglio Regionale, Massimiliano Romeo: («Ha dimostrato assoluta coerenza: si è presentato davanti agli elettori difendendo valori quali la famiglia tradizionale e ora mantiene fede agli impegni. Un esempio»).
Un tourbillon di polemiche che però il diretto interessato derubrica alla più classica delle «tempeste in un bicchier d’acqua». Intanto, «di richieste formali non ne abbiamo mai ricevute, c’è solo questa che è arrivata in forma verbale al termine di un incontro dedicato ad altre questioni», spiega Cassani.
«A questa persona ho spiegato che comunque i suoi diritti saranno tutelati», nel senso che se non sarà il primo cittadino a celebrare l’unione civile tra persone dello stesso sesso, lo farà un suo delegato. Ovvero, potenzialmente qualunque cittadino che si renda disponibile.
Ed è possibile che tra i gallaratesi siano diverse le persone disposte a farsi carico di officiare le unioni tra due persone dello stesso sesso. La vicenda ripresa dal Fatto Quotidiano è infatti stata condivisa nel gruppo Facebook “Sei di Gallarate se..”, dove ha dato vita ad un acceso dibattito. E tra favorevoli e contrari c’è anche chi ha dato la propria disponibilità a farsi delegare dal sindaco, con tanto di hashtag #cassanidelegami. «Non vorrei aprire la platea al massimo – commenta il primo cittadino – ma avere chi si offra di svolgere le funzioni di ufficiale di stato civile, se ha i requisiti previsti dalla legge, per me va bene». Gli interessati, conclude il sindaco, possono inviare una mail all’indirizzo [email protected], oppure telefonare alla segreteria allo 0331.754401.
E chissà se i sostenitori gallaratesi della legge Cirinnà sapranno andare oltre la protesta social e a mettersi in gioco per garantire alle coppie omosessuali il diritto a contrarre un’unione civile a Palazzo Borghi.