Conta vincere. Il resto piace, ma viene dopo. Conta vincere, perché solo così il sogno di riportare i colori biancorossi dove devono stare può realizzarsi. Conta vincere, perché il nome del Varese torni a girare l’Italia intera tormentando il sonno dei nostri avversari. E per vincere basta fare un gol più degli altri. Così è accaduto a Cuneo, così domenica al Franco Ossola con la Folgore Caratese: due prove di forza che hanno messo al tappeto altrettante pretendenti al titolo.
Come quel gol arrivi, non importa: genio, rapina, tecnica, forza, perché no anche fortuna. E tantomeno conta come gli avversari non riescano a farne. Se serve soffrire, abbassarsi umilmente a fare le barricate per difendere un vantaggio di misura, prendere un rosso che ai più sembra sbagliato (ma non lo è), così sia. I pali fanno paura ma non valgono punti, i dribbling sono belli e il possesso palla utile, ma hanno un senso soltanto quando la palla varca la linea bianca. Stop.
Il Varese di questo inizio stagione lo sa, ha un obiettivo e lo insegue, senza andare tanto per il sottile. Vince, e finché sarà così avrà sempre ragione. A Cuneo e a Masnago sono bastati gli acuti di un bomber letale, Scapini, e una fase difensiva solida e concreta, senza puzza sotto al naso. Guidata da un fuoriclasse assoluto, Ferri, blindata da un capitan Luoni rinato al centro della difesa, esaltata da due terzini fuoriquota (Talarico e Bonanni) da leccarsi i baffi, resa inespugnabile dal sacrificio di tutti gli altri: i mastini della mediana, pronti a diventare difensori aggiunti alla bisogna; le ali, preoccupate innanzitutto di coprire gli spazi e poi di conquistarli; il trequartista, quel Giovio non al massimo della brillantezza (anche per i 1000 pestoni ricevuti) ma oltre il massimo nel sacrificarsi per il bene della squadra; la punta che parte in guerra da solo, a volte da kamikaze, per far avanzare anche di un solo centimetro le trincee biancorosse. Quando poi dalla panchina si alzano altri soldati – maggiori, come Bottone e Piraccini, o giovani caporali, come Cusinato – allora il piano del colonnello Ramella diventa perfetto.
Si può fare sempre meglio, certo. E il Varese ha tutto per farlo. Ma che lo faccia subito, non importa. E che non lo faccia mai, tantomeno. Con 38 1-0 difesi col sangue si vincono 38 partite. Con 38 1-0 difesi col sangue si torna tra i professionisti. Conta altro?