Conta vincere. Per adesso il resto può aspettare

Il punto di Gabriele Galassi dopo la vittoria del Varese contro la Folgore Caratese

Conta vincere. Il resto piace, ma viene dopo. Conta vincere, perché solo così il sogno di riportare i colori biancorossi dove devono stare può realizzarsi. Conta vincere, perché il nome del Varese torni a girare l’Italia intera tormentando il sonno dei nostri avversari. E per vincere basta fare un gol più degli altri. Così è accaduto a Cuneo, così domenica al Franco Ossola con la Folgore Caratese: due prove di forza che hanno messo al tappeto altrettante pretendenti al titolo.

Come quel gol arrivi, non importa: genio, rapina, tecnica, forza, perché no anche fortuna. E tantomeno conta come gli avversari non riescano a farne. Se serve soffrire, abbassarsi umilmente a fare le barricate per difendere un vantaggio di misura, prendere un rosso che ai più sembra sbagliato (ma non lo è), così sia. I pali fanno paura ma non valgono punti, i dribbling sono belli e il possesso palla utile, ma hanno un senso soltanto quando la palla varca la linea bianca. Stop.

Il Varese di questo inizio stagione lo sa, ha un obiettivo e lo insegue, senza andare tanto per il sottile. Vince, e finché sarà così avrà sempre ragione. A Cuneo e a Masnago sono bastati gli acuti di un bomber letale, Scapini, e una fase difensiva solida e concreta, senza puzza sotto al naso. Guidata da un fuoriclasse assoluto, Ferri, blindata da un capitan Luoni rinato al centro della difesa, esaltata da due terzini fuoriquota (Talarico e Bonanni) da leccarsi i baffi, resa inespugnabile dal sacrificio di tutti gli altri: i mastini della mediana, pronti a diventare difensori aggiunti alla bisogna; le ali, preoccupate innanzitutto di coprire gli spazi e poi di conquistarli; il trequartista, quel Giovio non al massimo della brillantezza (anche per i 1000 pestoni ricevuti) ma oltre il massimo nel sacrificarsi per il bene della squadra; la punta che parte in guerra da solo, a volte da kamikaze, per far avanzare anche di un solo centimetro le trincee biancorosse. Quando poi dalla panchina si alzano altri soldati – maggiori, come Bottone e Piraccini, o giovani caporali, come Cusinato – allora il piano del colonnello Ramella diventa perfetto.

Si può fare sempre meglio, certo. E il Varese ha tutto per farlo. Ma che lo faccia subito, non importa. E che non lo faccia mai, tantomeno. Con 38 1-0 difesi col sangue si vincono 38 partite. Con 38 1-0 difesi col sangue si torna tra i professionisti. Conta altro?