«Le strade sono un cimitero itinerante». Cordoglio e commozione delle istituzioni

Al funerali di Giada poche parole e tante lacrime, la basilica di San Vittore affollata e l’applauso scrosciante all’uscita

– Il sindaco Davide Galimberti ha espresso tutta la sua vicinanza alla famiglia Molinaro, facendo le condoglianze all’inizio della cerimonia funebre e poi ancora alla fine, con gli occhi lucidi e la voce rotta dal dolore.

Nella commozione, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Con lui, in rappresentanza di Palazzo Estense, anche Andrea Civati, assessore ai lavori pubblici. Presente anche il capitano dei carabinieri Gerardina Corona.

«Se puoi, Giada, perdonaci» è il titolo di un intervento molto duro letto da Emilio Vanoni , presidente del Comitato Chernobyl di Induno Olona, al termine della cerimonia. «Non è la prima volta che mi sento colpito da questi drammi familiari. Sento Giada come una figlia o una nipote e mi chiedo se sia giusto morire nel centro della città di Varese, dove le auto dovrebbero andare piano per legge, mentre invece vanno sempre a velocità pazzesca. È giusto morire oggi in questo modo? È giusto che tanti giovani possono perdere la vita in incidenti così drammatici? Che tipo di società abbiamo costruito quando tanti, troppi giovani e non giovani muoiono sulle nostre strade, soprattutto pedoni?».

E ancora: «Non ho avuto la fortuna di conoscerti personalmente, ma mi domando ancora: è normale che una ragazzina di 17 anni possa morire sulle nostre strade vicino a casa e considerarlo solo una fatalità? No, non è una fatalità visto che le nostre strade sono diventate una sorta di cimitero itinerante, dove perdiamo con troppa facilità i nostri giovani, che sono il nostro futuro». «A te Giada e a tutti i giovani morti drammaticamente sulle nostre strade dobbiamo chiedere perdono per essere stati cattivi maestri, pessimi educatori, per non aver insegnato a sufficienza il valore e il rispetto della vita».

Mentre la cerimonia volgeva al termine, il dolore nella chiesa diventava sempre più palpabile, tanto che qualcuno non è più riuscito a trattenere i singhiozzi e si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. Una ragazza si è lasciata cadere al suolo.

Quando è uscita sul sagrato, la bara di Giada è stata accolta da uno scrosciante applauso. Ma il rumore più assordante era quello del silenzio: nessuno parlava e le persone procedevano lente, quasi a voler trattenere ancora per qualche attimo il tempo prima di dire all’amica un ultimo addio.