Il nostro Federico Morlacchi, probabilmente, ci ha regalato le emozioni più forti, più vicine. Quattro medaglie, tre argenti ed un oro nei 200 misti, con la rimonta a rana, il tocco finale, l’urlo dei telecronisti. Una crescita incredibile per colui che è già stato soprannominato il “Phelps” italiano e che da Londra 2012 portò a casa tre bronzi. Poi Bebe, Beatrice Vio, la ragazzina terribile che si è messa al collo un oro nel fioretto individuale femminile ed un bronzo in quello a squadra.
Quest’ultima che, pur di metallo meno prezioso, lei ha voluto definire «la sua medaglia». Ma più che le medaglie, resta impressa una giornata: il 14 settembre, dieci medaglie in un giorno, cinque ori, tra cui Bebe, Assunta Legnante, Alex Zanardi, Vittorio Podestà e Luca Mazzone. A cui si è aggiunto, con un argento, anche Federico Morlacchi nei 100 rana, la sua quarta ed ultima medaglia. Hai detto niente. E sì, Alex Zanardi ci ha emozionato anche stavolta, con due ori ed un argento, e quella dedicato a Vittorio Podestà (1 oro ed 1 argento) che gli ha fatto scoprire la disciplina dell’handbike. Una squadra così, sulle “tre ruote” non ce l’ha nessuno. Particolarmente significativo l’argento in linea di Alex Zanardi, arrivato il 15 settembre, esattamente 15 anni dopo l’incidente al Lausitzring che si portò via le sue gambe ma non la sua voglia di rimettersi comunque in piedi, in qualunque modo. E c’è anche chi di medaglie non ne ha prese, come i varesini Alessia Berra, Arianna Talamona e Fabrizio Sottile, che però sono riusciti ad impreziosire la loro Paralimpiade con finali e record italiani. Ognuno torna a casa con la valigia colma di emozioni e di ricordi. E c’è anche un altro grande vincitore in questa Paralimpiade, ed è il progetto AcquaRio della Polha Varese, che ha permesso ad atleti come Morlacchi di prepararsi al meglio a questo appuntamento e di portare a casa medaglie e soddisfazioni. La regia dietro queste imprese è anche e soprattutto loro, che festeggiano anche le due medaglie in vasca di Giulia Ghiretti.