A Samarate si torna a parlare della questione dei profughi che tanto sta facendo discutere in paese. L’ex consigliere Eliseo Sanfelice ha chiesto che si faccia chiarezza rispetto ad alcuni aspetti della faccenda, in particolare riguardo a chi gestisce la struttura. Un esercizio di trasparenza: «Con riferimento ai titolari delle strutture cooperative che gestiscono nel Comune di Samarate oltre 80 migranti – dice – per centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici di finanziamento erogati ogni anno dal ministero dell’Interno, siamo a chiedere un atto di trasparenza che non dovrebbe creare disagio o imbarazzo ad alcuno, ma che riteniamo necessario».
«Chiediamo che vengano prodotti e pubblicizzati entro 15 giorni, dagli interessati, nelle forme di loro maggiore comodità il certificato generale del casellario giudiziale (quello denominato “a fini penali”, richiedibile solo dalle persone fisiche cui è intestato, non quello “a fini amministrativi”) e il certificato dei carichi pendenti di ogni amministratore e socio dei due enti gestori interessati (srl e cooperativa)».
«Chiediamo inoltre che per motivi di trasparenza e tracciabilità – insiste – a ciascuno degli amministratori e dei soci dei due enti gestori, nonché le persone fisiche e i soci delle società che hanno locato gli immobili nei quali i rifugiati sono ospitati rilasci una dichiarazione in autocertificazione nella quale, sul proprio onore, venga pubblicamente detto se esistono eventuali rapporti di parentela e affinità fino al terzo grado con sindaco, componenti della giunta, componenti del consiglio comunale e responsabili cittadini delle forze politiche rappresentate nell’assemblea cittadina di Samarate. L’opacità che, anche e soprattutto a Samarate ha riguardato da aprile 2014 a oggi la gestione dei profughi non può essere ulteriormente accettata, tanto più ora che i nodi (in termini di qualità del servizio e rapporto costo e persona) stanno venendo al pettine, esplodendo anche nel dibattito pubblico».
«Una problematica – ha concluso l’ex consigliere – tanto complessa quanto delicata, quale quella dell’accoglienza ai profughi nel nostro territorio, esige la necessità di disporre di una informazione basilare, semplice e di veloce disponibilità, stante l’entità delle risorse pubbliche destinate a tali soggetti privati, di fatto fornitori della pubblica amministrazione per l’erogazione di specifici servizi di assistenza».