Il 58% degli elettori svizzeri ha deciso di preferire i residenti rispetto ai frontalieri. Il referendum “Prima i nostri” di oggi, domenica 25 settembre, contro i lavoratori stranieri è stato approvato oggi in Canton Ticino. La proposta referendaria era stata proposta dalla destra nazionalistica dell’Udc e dalla Lega Ticinese. Sul sito swissinfo.ch si legge «I cittadini ticinesi hanno accettato domenica a larga maggioranza l’iniziativa popolare dell’Unione democratica di centro che vuole dare la priorità ai lavoratori indigeni sul mercato del lavoro. Accettato pure il controprogetto del governo all’iniziativa «Basta con il dumping salariale».
Sulla questione interviene Lara Comi, eurodeputato al Parlamento Europeo di Forza Italia «Oggi in Svizzera stiamo assistendo ad un capolavoro di irresponsabilità. È infatti inaccettabile il trattamento riservato oggi ai nostri connazionali. Al Governo italiano chiediamo infine l’immediata definizione di aree tax free nelle zone di confine con la Svizzera: occorre favorire il rientro e la nascita di nuove aziende che potranno così assumere Italiani»
In merito al risultato del referendum il segretario e consigliere regionale Pd Alessandro Alfieri commenta: «Quello che preoccupa di questo referendum è il clima generale di insofferenza nei confronti dei lavoratori italiani che contribuiscono alla ricchezza del Canton Ticino. E preoccupa ancor di più che la Lega nord che si riempie la bocca di appelli demagogici in difesa del Nord, va a braccetto con la Lega dei ticinesi promotori del referendum. Se ci saranno conseguenze per i nostri lavoratori di certo la Lega di Maroni e Salvini non sarà esente da colpe»
Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni commenta sul suo profilo FB l’esito del referendum: «Il Canton Ticino ha votato per bloccare l’ingresso a decine di migliaia di lavoratori lombardi (LAVORATORI, non immigrati clandestini) che ogni giorno attraversano il confine per lavorare (regolarmente) in Svizzera».