“Prima i nostri”, la politica varesina si divide. Per il deputato Pd Angelo Senaldi «tanto rumore per nulla: è un voto che non può mandare in soffitta gli accordi tra Svizzera, Italia e Ue».
Ma la preoccupazione è trasversale. A partire dai sindaci. Quello di Varese Davide Galimberti, scende in campo: «Il Comune di Varese, nell’ambito dei suoi ruoli e compiti, intende partecipare attivamente per difendere i diritti dei nostri frontalieri e restare al fianco dei tanti lavoratori che ogni giorno si recano oltre frontiera. Mi farò portavoce con sindaci dei comuni del Canton Ticino più vicini alla città di Varese affinché sensibilizzino il Governo centrale a non dare seguito ad iniziative propagandistiche che rischiano solo di peggiorare la vita dei lavoratori e l’economia di due importanti territori che al contrario devono essere sempre più uniti per vincere le grandi sfide della competizione internazionale».
Ancor più netto il sindaco di Luino Andrea Pellicini, che chiede di bloccare l’accordo fiscale: «Il Parlamento Italiano non può ratificare l’accordo che introduce il sistema della doppia tassazione per i frontalieri». Di «esito preoccupante» parla la deputata Pd Maria Chiara Gadda, mentre il suo collega di Montecitorio Senaldi mette in dubbio la concretezza dell’iniziativa: «Il voto referendario espresso dai ticinesi non può in alcun modo mandare in soffitta gli accordi tra Confederazione Elvetica, Unione Europea e Stato Italiano».
Si tratterebbe soprattutto dell’effetto di un «clima segnato da incertezze e paure, abilmente sfruttato da alcune realtà politiche, in Svizzera come altrove». Ecco perché occorre una risposta «culturale, contro la retorica della chiusura». Ma per il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo (Ncd), «se è vero che questo risultato non avrà effetti pratici nell’immediato, è un segnale che non ci lascia tranquilli». Ecco perché per Cattaneo occorre agire: al presidente della commissione speciale Lombardia-Svizzera ha chiesto di «convocare un incontro bilaterale con le autorità elvetiche», a Maroni di «riconvocare il tavolo permanente».
Il Pd regionale, per voce di Alessandro Alfieri, presenterà una mozione urgente al Pirellone: «Di fronte a quanto è successo in questi anni, il Consiglio regionale ha incontrato le istituzioni ticinesi una volta sola, appena insediato. Non è accettabile. Maroni deve decidersi: o con i frontalieri o con la Lega dei Ticinesi». Critico il senatore leghista Stefano Candiani: «Che gli Svizzeri guardino al proprio interesse, è logico e immaginabile. È illogico che non lo faccia il governo italiano che riempie gli alberghi di clandestini, mantenuti a nostre spese, e se ne sbatte dei nostri frontalieri, costretti ad andare in Svizzera per trovare lavoro».n