Crediamoci. E non solo perchè apertamente lo faranno tutti i 12 biancorossi che ieri sono sbarcati sul suolo lusitano per affrontare la prima ufficiale della stagione e che sono stati protagonisti di un bel video diffuso via social, in cui il “mantra” («Crediamoci», appunto) veniva ripetuto da tutti, staff tecnico e societario compreso.
Crediamoci. Non solo per i 100 mila (euro) motivi che farebbero bene alle casse societarie, soprattutto per gli annessi e connessi (leggi maggiori incassi dagli sponsor e dal botteghino) che deriverebbero dalla partecipazione alla Champions League piuttosto che alla Fiba Europe Cup.
Crediamoci. È più che altro un’esigenza verso una consapevolezza che manca ormai da troppo tempo: vivere – finalmente – una stagione vincente, soddisfacente; una stagione di goduria e non di penuria, un cammino che inizia bene e finisce meglio. Non si tratta di coppe da mettere in bacheca o di titoli di cui fregiarsi: si tratta – semplicemente – di sorridere un po’ nelle domeniche (e nei martedì) del basket. Si tratta di iniziare con il piede giusto, si tratta di dare dimensione plastica alle buone impressioni. Si tratta, sì, anche di un po’ di fortuna.
Crediamoci, in questa serata di primo autunno che ci costringerà a fare le ore piccole (palla a due fissata per le 22 italiane: la diretta streaming sul canale Youtube della Fiba non è ancora stata confermata. Voi, per non sbagliare, seguiteci anche live su www.laprovinciadivarese.it: saremo a Lisbona) per amore del basket e del biancorosso. Crediamoci, perchè l’amore – appunto – è irrazionalità. Perchè dal Pavilhão Fidelidade l’oggettività si tiene lontana, almeno in questa vigilia: chi può
dire se Varese è pronta dopo il precampionato disputato? Chi può dire quanto manca alla costruzione completa di una casa che il disegno su carta ci ha fatto immaginare confortevole e bella? Chi può dire che tipo di contendente sarà il Benfica, se morbido, fattibile o proibitivo? Serve fede, serve dar credito alle intuizioni, serve che Anosike si metta a fare l’Anosike e che Maynor accenda il radar, impugnando al contempo il bastone del comando.
Crediamoci, perché lui lo fa: «Questo sarà solo il primo tempo della sfida – dichiara coach Paolo Moretti – Loro hanno un sistema, noi dobbiamo semplicemente limitare gli errori del precampionato e nascondere i nostri punti deboli». Per mostrare al mondo quelli forti, infatti, c’è tutto il tempo del mondo. A partire da stasera.