A 80 anni, che festeggia oggi, Berlusconi non si sente fuori gioco. Né a proposito di ulteriori traguardi esistenziali, essendo certo di toccare la soglia dei 120. Né in merito alla longevità politica, perché convinto di poter ancora svolgere nel Paese un ruolo di rilievo. A incoraggiarne l’ambizione, pur avendone l’intento opposto, è la Lega. Zaia e Maroni che insistono per referendum autonomisti in Veneto/ Lombardia, e Salvini che alza i toni del lepenismo all’italiana deludono l’anima
moderata del Cavaliere, spingendolo a riaprire il dialogo con Renzi. Al referendum costituzionale Silvio sembra poco interessato, pur se ha dato l’ok ai suoi che sostengono il no. Gl’importa, come importa al presidente del Consiglio, di sventare il pericolo insito nell’Italicum: se la legge elettorale restasse com’è, al ballottaggio andrebbe il Movimento 5 Stelle, e avrebbe buone probabilità di successo finale. Perciò meglio modificarla, assegnando il premio di maggioranza alla coalizione invece che alla lista. La coalizione cui pensa l’ex premier -una dolcissima torta di compleanno- è quella formata da lui e Renzi. Meglio: da Parisi, che guiderà una Forza Italia dal nome nuovo e presiederà l’alleanza di centrodestra, e dall’attuale capo del governo e segretario del Pd. E Salvini? Si tenga il suo estremismo, buono a distruggere ma non a costruire. Che siano solo fantasie d’un nonno prossimo allo storico genetliaco, è smentito da un altro nonno tutt’altro che in pensione: Giorgio Napolitano. Lo si racconta favorevole al progetto, se non addirittura ispiratore del medesimo. Sono terribili, questi vecchietti che vanno oltre la terza età, incoraggiando a credere nella quarta.