Dolorosa al punto da diventare invalidante, la fibromialgia è una malattia sistemica di natura infiammatoria che interessa tutto il tessuto connettivo del corpo. Nervi, muscoli e tendini, ovvero tutte quelle strutture costituite da fasci di fibre, sono colpiti da questa sindrome provocando una serie di sintomi diverissimi tra di loro che spesso portano fuori strada i medici, rendendo difficile giungere alla diagnosi corretta.
La fibromialgia, o sindrome fibromialgica (SFM) è soprattutto una malattia che genera sofferenza fisica, talmente da rendere spesso la vita di chi ne soffre un vero calvario. Ciò è facile da capire, dal momento che avere nervi, tendini e muscoli infiammati in tutto il corpo è una condizione difficilmente tollerabile e soprattutto perché viene colpito proprio il nostro apparato locomotore nel suo complesso.
Il movimento, perciò, provoca sofferenza, ma anche lo stare fermi, sdraiati o seduti, ragion per cui chi soffre di questa sindrome non sa come comportarsi per trovare sollievo e spesso non riesce neppure a spiegare in modo “comprensibile” i propri sintomi allo specialista. Dal momento che la scoperta della SMC è abbastanza recente, e recenti sono gli studi su questa malattia sistemica, ancora non si è giunti né a comprenderne l’origine, che a tutt’oggi appare ancora misteriosa, né a mettere a punto una terapia risolutiva. Solo negli ultimi 10-15 anni si è potuto approfondire la conoscenza di questa malattia che in Italia colpisce circa 1.5-2 milioni di persone, soprattutto di sesso femminile.
La diagnosi prevede la presenza di dolore diffuso e particolarmente rilevante in punti specifici sollecitati dal reumatologo (tender points) simmetrici su entrambi i lati del corpo. In caso di presenza di 11 su 18 punti sensibili si parla con ragionevole sicurezza di fibromialgia, anche se in realtà essendo la dolorabilità variabile da un giorno all’altro, talvolta si arriva alla diagnosi anche in assenza di 11 punti verificati. Non esistono esami di laboratori specifici, ma vengono di norma richiesti per escludere altri tipi di patologie in grado di provocare disturbi simili (ad esempio l’ipotiroidismo). Lo specialista cui fare riferimento per la diagnosi è il reumatologo.
Fino al 90% dei malati di fibromialgia accusa affaticabilità, stanchezza e difficoltà nel dormire: difficoltà a prendere sonno, frequenti risvegli e sensazione di non aver riposato sono sintomi molto comuni.
Ma questa malattia può provocare anche emicranie, formicolii alle mani, colon irritabile, ansia, astenia, difficoltà di concentrazione, crampi notturni, difficoltà di equilibrio, visione sfocata. L’unica conseguenza a medio-lungo termine ipotizzata in seguito a fibromialgia è l’insorgenza della sindrome del colon irritabile.
Alla terapia farmacologica è indispensabile associare attività fisica ed una completa informazione ed educazione del paziente, per esempio all’igiene del sonno, in grado di migliorare od eliminare i fattori scatenanti e/o in grado di peggiorare la sintomatologia.