La ricerca medica di Humanitas arriva al Parlamento Europeo. Viene presentato oggi ai parlamentari europei e alla Commissione salute e ricerca lo studio sulle potenzialità dell’olfatto canino nel diagnosticare il tumore alla prostata.
La presentazione dell’indagine medica di Humanitas, quale esempio di innovazione in ambito sanitario e scientifico, avverrà stamattina a Bruxelles nell’ambito del convegno “Dagli organismi viventi all’intelligenza artificiale e l’informatica conoscitiva”.
Lo studio è stato avviato nel 2012 dal dottor Gianluigi Taverna, responsabile dell’Urologia di Humanitas Mater Domini, con la collaborazione del CeMiVet, il Centro militare veterinario di Grosseto, e il patrocinio dallo Stato Maggiore della Difesa.
La ricerca, che è stata pubblicata su prestigiose riviste scientifiche internazionali, è volta a verificare le potenzialità del sistema olfattivo canino nella discriminazione di odori organici umani complessi al fine di sviluppare nuovi strumenti utili alla diagnosi precoce della neoplasia prostatica.
Nella prima fase dello studio, conclusasi con successo, sono stati analizzati i campioni di urine di più di 900 persone suddivise tra soggetti affetti da tumore prostatico e un gruppo di controllo costituito da pazienti sani o affetti da patologie tumorali non prostatiche o non tumorali. Il risultato parla da sé.
E’ emerso infatti che cani rigorosamente addestrati sono in grado di riconoscere la presenza di tumore della prostata con un’accuratezza del 98% annusando un campione di urina ottenuto da soggetti affetti da questa patologia neoplastica.
«La scoperta interessante – afferma il dottor Gianluigi Taverna – riguarda la certezza che il tumore della prostata produce delle sostanze volatili specifiche, chiamate tecnicamente VOCs, “Volatile Organic Compounds”, che il cane è in grado di riconoscere con estrema attendibilità. La sfida futura sarà quella di capire cosa il cane annusi, quale metabolismo cellulare o tissutale produca l’odore e sviluppare nuove tecnologie in grado di riconoscere i VOCs tumorali».
«Questo studio – dichiara Alessandro Liguori, Amministratore Delegato di Humanitas Mater Domini di Castellanza – è la testimonianza di come la ricerca sia fondamentale sul fronte della prevenzione e della tutela della salute. Solo in Italia, infatti, ogni anno si stimano oltre 30 mila nuovi casi di tumore della prostata che, nell’uomo, rappresentano circa il 20% di tutte le neoplasie diagnosticate. Grazie alla diagnosi precoce e alla prevenzione, ai progressi della ricerca, ai nuovi approcci terapeutici ed un approccio multidisciplinare nella cura si possono offrire migliori prospettive di vita».
La squadra che sta conducendo lo studio è costituita da urologi di Humanitas Mater Domini di Castellanza e dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, dal Capo sezione medicina e diagnostica canina del Centro militare veterinario di Grosseto, Colonnello Lorenzo Tidu, e dal ricercatore dell’Istituto Clinico Humanitas Fabio Grizzi.
Si tratta di un gruppo multidisciplinare italiano le cui conoscenze specifiche hanno generato risultati riconosciuti dalla comunità scientifica a livello nazionale e internazionale.
I risultati della ricerca sono stati selezionati come avanzamento nella diagnosi e nel trattamento del tumore prostatico e sono stati inclusi nel “2015 Annual Report on Prostate Diseases” pubblicato dalla Harvard Medical School.