Esibizione, degustazione, celebrazione. Se la cucina mediterranea è diventata nel tempo riferimento imprescindibile della dieta globale, quella italiana si è – in maniera costante – caratterizzata quale emblema di eccellenza in grado di coniugare a un tempo tradizione e innovazione, cucina variegata e completa, qualità e freschezza. Per non parlare, poi, del ruolo di primaria importanza che l’enogastronomia ricopre nel totale dell’export nazionale: a livello economico, nel 2015 le esportazioni dell’agroalimentare italiano sono cresciute del 7,4
per cento rispetto al 2014, per un valore complessivo di 36,85 miliardi di euro nel 2015. Sono le premesse che accompagnano verso la “Settimana della cucina italiana nel mondo” – inserita nel piano per la promozione e la difesa del vero Made in Italy agroalimentare all’estero portato avanti dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Mipaaf, in sinergia con il Ministero dello Sviluppo economico e Ministero dell’Istruzione – con il meglio dell’Italian Food che, dopo aver già conquistato i cinque continenti, si svela in tutto il suo potenziale con oltre 1300 eventi in calendario dal 21 al 27 novembre in 105 Stati: dagli Usa al Giappone, passando per Canada, Brasile, Russia, Cina ed Emirati Arabi Uniti.
«Leghiamo il grande tema della cucina a quello del lavoro dei nostri produttori, un tratto distintivo – ha sottolineato il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina – che rende il modello Italia unico nel mondo. Quando raccontiamo un piatto, raccontiamo anche la storia di chi lo ha realizzato, di un territorio, della qualità delle materie prime. Una filiera in cui sicurezza ed eccellenza diventano parole chiave. È una delle tappe di un percorso nato a Expo Milano, dove abbiamo compreso il grande valore del cibo nella nostra società. Allora rafforziamo questa rete che abbiamo creato, anche grazie al Food Act, tra Istituzioni, mondo della cucina e dell’agroalimentare, per raccontare il nostro saper fare e cosa significa essere italiani. È la nostra forza e il nostro orgoglio».
Dalla piadina romagnola all’olio extra-vergine di oliva, dalla mozzarella di bufala campana al basilico genovese, dal cappero di Pantelleria alla lenticchia di castelluccio di Norcia, dai cantucci toscani alla ciliegia di Vignola, dalla cipolla di Tropea alle cantine più rinomate. E la lista fin qui dettagliata è assolutamente parziale.
Concorsi, conferenze, degustazioni, cene a tema, proiezioni di film, mostre e seminari tecnico-scientifici coordinati dalla rete all’estero della Farnesina, che può contare sulle 295 sedi diplomatiche, consolari e degli istituti italiani di cultura attivati. Gli obiettivi sono molteplici: valorizzare e rilanciare la tradizione culinaria italiana all’estero proponendo le eccellenze agroalimentari del made in Italy; far conoscere le produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane, con particolare riferimento ai prodotti di qualità certificata; valorizzare il saper fare italiano; diffondere i valori unici della dieta mediterranea; presentare l’offerta formativa del nostro Paese nel settore enogastronomico; rafforzare la presenza della cucina italiana all’estero anche attraverso le attività di specializzazione dei giovani cuochi e la presentazione dell’offerta della ristorazione italiana di qualità; promuovere i “percorsi del gusto” in Italia per i turisti.
Un primo assaggio dell’iniziativa è in corso a New York, dove da ieri al 20 novembre l’Emilia Romagna, prima regione in Europa per numero di prodotti Dop e Igp, mette in mostra nella vetrina internazionale i prodotti emiliano-romagnoli simbolo del miglior made in Italy: dal parmigiano reggiano al prosciutto di Parma, dall’aceto balsamico alla piadina romagnola, dal cotechino di Modena alla mortadella di Bologna, fino alla pasta ripiena, ai vini e al sale di Cervia.
La Cina, invece, ospiterà il più ricco calendario di eventi con oltre settanta iniziative nelle principali municipalità del gigante asiatico. «La cucina italiana e i suoi prodotti sono parte integrante della cultura del nostro Paese e parlano di Italia a milioni di persone in tutto il mondo», ha affermato l’ambasciatore d’Italia a Pechino, Ettore Sequi, sottolineando l’importanza che il buon cibo riveste in Cina come in Italia. Tra gli ospiti, lo chef stellato Carlo Cracco, che il 25 novembre promuoverà dalla China Central Television la cucina italiana all’estero. Il 26, con Stefano Giovannoni e Antonello Fusetti, illustrerà le nuove frontiere del “cibo funzionale” in un incontro tra food e design. Lo chef italiano curerà il menu della cena di gala della Camera di Commercio Italiana in Cina che ha conferito il marchio di qualità “Ospitalità Italiana” a 66 ristoranti italiani in 13 città cinesi.