Busto Arsizio Disastro ambientale. E’ questa l’ipotesi di reato che potrebbe essere al centro della verifica aperta dalla procura di Busto sul destino dell’area ex Agrolinz (ed ex Montedison) tra Castellanza ed Olgiate. Nessuna indagine aperta, al momento, e nessun iscritto nel registro degli indagati. Di certo, però, si sono messi in moto i carabinieri del Noe di Milano che si occuperanno di verificare lo stato di inquinamento del terreno e della falda acquifera sottostante.
La pulce nell’orecchio del sostituto procuratore Luca Gaglio sarebbe arrivata dal consiglio comunale aperto convocato il primo marzo del 2008 a Castellanza: i gruppi di minoranza e i comitati contrari alla realizzazione di una centrale elettrica alimentata ad olio di palma nell’area dell’ex polo chimico avrebbero palesato una serie di dubbi sull’iter di bonifica dell’area (dovuto per legge). Il verbale della seduta (redatto dai carabinieri di Castellanza) sarebbe quindi finito sulle scrivanie dell’autorità giudiziaria: da lì il via alle verifiche.
Il punto cruciale ruoterebbe attorno al via alla lottizzazione del terreno prima dell’intervento risanatore sull’area, dovuto per norma regionale.
Proprio gli osteggiatori della centrale (progetto bocciato per altro dalla Regione stessa) cantano oggi vittoria, a partire da Lidia Zaffaroni, mentre il sindaco di Castellanza Fabrizio Farisoglio evidenzia come in passato i controlli siano sempre stati puntuali, bonifiche comprese. "Ben venga però il lavoro della Procura – sottolinbea il primo cittadino – più trasparenza c’è, meglio è per tutti".
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