Referendum, a meno di quindici giorni dal voto è scontro totale. A Morazzone il sindaco Matteo Bianchi scrive una lettera ai suoi concittadini per chiedere di «votare No». A Varese arriva l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, per sostenere «un No che aiuta a crescere».
Si fa sempre più incandescente il clima della battaglia referendaria, ormai entrata nelle ultime due settimane dal voto del 4 dicembre.
Ieri mattina, sotto la pioggia, il segretario provinciale leghista e sindaco di Morazzone Matteo Bianchi ha iniziato a consegnare nelle buche delle lettere un volantino, ciclostilato a proprie spese, in cui chiede di votare No al referendum. «Questa riforma tende ancor di più a centralizzare competenze, introducendo addirittura la clausola di supremazia, con cui a piacimento lo Stato potrà prevaricare le autonomie locali – sostiene l’esponente del Carroccio -. È doveroso per un Sindaco denunciare questa cosa.
Lo è perché le persone si rivolgono al primo cittadino quando hanno problemi o proposte. Limitare le autonomie locali centralizzando sul Governo, vuol dire limitare la possibilità dei Sindaci di intervenire a favore della propria gente. Per garantire ad un Sindaco di poter fare il proprio mestiere, bisogna votare No». La critica di Bianchi, oltre che nel merito, è anche nel metodo, visto che imputa a Renzi il fatto di «usare la sua posizione e i soldi dei contribuenti per fare la campagna referendaria. Inaccettabile, le istituzioni locali si ribellino». Un’invocazione che Bianchi fa propria con il buon esempio, per marcare la differenza con le lettere pro-Sì che Renzi ha spedito a tutti gli italiani all’estero.
Ma anche “da sinistra” la campagna per il No si scalda. Questa sera alle 21 nell’auditorium del civico liceo musicale di Varese in via Garibaldi è in programma uno degli appuntamenti più attesi della campagna per il No: a discutere del referendum ci saranno infatti, moderati dal direttore di Varesereport Andrea Giacometti, l’ex segretario del Pd e candidato premier Pierluigi Bersani e il presidente di Anpi Lombardia Tullio Montagna.
“Ci sono No che aiutano a crescere”, il titolo dell’iniziativa. «In una campagna caratterizzata da scontri e personalizzazioni – sottolinea Mauro Sabbadini, referente provinciale del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale presieduto da Gustavo Zagrebelsky – è significativo che a difendere le ragioni del No intervenga un autorevole esponente del partito di governo, un politico che ha creduto fino all’ultimo di poter migliorare e quindi sostenere la riforma, ma si è poi dovuto arrendere alla realtà di una riforma controproducente e rischiosa per il futuro del Paese».
Anche perché, come fanno notare gli esponenti del Cdc, finora i confronti pubblici sul referendum anche in provincia di Varese avrebbero privilegiato l’opposizione di destra rispetto a quella “sociale” rappresentata dalla minoranza Pd e dalle associazioni che gravitano storicamente a sinistra, come Anpi, Arci e Fiom.