Dibattito sul referendum costituzionale, irrompe Umberto Bossi: «Vincerà il no. Renzi sarà sconfitto». Ma rispetto alla nuova linea “nazionale” del suo successore Matteo Salvini non nasconde le sue perplessità: «L’Italia ci colonizza e ci deruba molto più dell’Europa».
Ospite a sorpresa al confronto nella sala della Pro Loco di via Monte Ortigara, organizzato dal gruppo consiliare di opposizione “Lega Nord, Forza Italia e Indipendenti”, con la partecipazione del consigliere regionale leghista Giampiero Reguzzoni per le ragioni del No e del presidente di Futuredem Giulio Del Balzo a sostenere il Sì.
Nessuno si sarebbe aspettato che, appena iniziato il confronto, dalla porta sotto la pioggia spuntasse la sagoma del “Vecchio Capo” del Carroccio Umberto Bossi, che peraltro a Mornago è di casa, visto che è il paese del suo fedelissimo storico Giuseppe Leoni ed è un Comune che per vent’anni, fino al 2014, è stato una roccaforte leghista. Sigaro in mano e lattine di coca-cola sul tavolo, il Senatur si è piazzato di fianco a Reguzzoni e si è messo ad intervenire per dire la sua, tra qualche mugugno del pubblico per le divagazioni extra-referendum, mentre l’eroico Giulio Del Balzo, 23 anni e fresco di laurea, teneva testa con grande piglio all’illustre accoppiata leghista.
«La democrazia in Italia è andata a pallino, questa è la verità – attacca Umberto Bossi – a Varese vi ricordate chi è stato eletto alle provinciali? I partiti si mettono d’accordo e decidono, ecco che fine farà il Parlamento».
Bossi smonta la riforma punto su punto, a partire dalla questione dei risparmi: «Balle – sostiene l’ex segretario federale del Carroccio – spacciano la riforma come la via per diminuire i costi dello Stato, ma non è vero, perché i costi maggiori sono rappresentati dalle strutture burocratiche e organizzative delle Camere, tecnici e funzionari. Il risparmio vero sono appena 47 milioni di euro all’anno, mentre solamente il referendum ne costa 300, di milioni. I conti non tornano».
Ma è il futuro del federalismo la vera preoccupazione che nutre Umberto Bossi: «Noi il federalismo fiscale l’avevamo approvato, e quelli della sinistra sono andati in tv a raccontare bugie sulla secessione, poi Napolitano che lo ha affossato, lo stesso Napolitano che ha voluto questa riforma – sentenzia il Senatur – è sempre il Nord che mantiene lo Stato, la Lombardia versa 100 miliardi all’anno. E con la clausola di supremazia inserita nella nuova Costituzione temo molto che portino via alla Lombardia la sanità».
Non manca una frecciatina al nuovo corso “salviniano” del Carroccio: «Anche nella Lega c’è chi vuole andare al sud, ma noi vogliamo che finisca la colonizzazione dell’Italia. Ci deruba molto più l’Italia che l’Europa: ecco perché io non sparo sull’Europa, dove qualcosa si sta muovendo, come dimostra l’istituzione dell’Euroregione Alpina».
Bossi però è certo di come andrà a finire il 4 dicembre: «Finirà come con Trump in America: vincerà il No, e Renzi sarà sconfitto».