Per la seconda volta nell’arco di due mesi, Andrea Ganugi, il brillante autore dello “Strano caso del dottor Regazzoni. Romanzo indagine per pianoforte e orchestra” (Macchione 2015), arriva a Valmorea. Sabato 26 Novembre alle 21 sarà infatti alla Biblioteca comunale di via Roma 546 per presentare la seconda edizione del saggio “Il Monte San Francesco sopra Velate – La cancellazione repentina di una storia millenaria”, una ricerca storica che costituisce uno dei nuclei narrativi del fortunato romanzo pubblicato la scorsa primavera. Sarà, quella di sabato sera, una serata intorno alle vie di pellegrinaggio in Italia e a Varese, nella quale verrà presentato anche il videoracconto di Liborio Rinaldi “Il cammino di Francesco”.
Il saggio dello scrittore e giornalista varesino, pubblicato per la prima volta nel 2007 e corredato di una nuova prefazione, nasce da una ricerca condotta una decina di anni orsono e scaturita – esattamente come raccontato nel “Dottor Regazzoni” – da un incontro fortuito con un prete al santuario di Santa Maria del Monte, alla fine di un concerto di musica classica. «Il coadiutore del Santuario – racconta Ganugi – mi aveva incuriosito con alcuni strani discorsi: e dato che intorno ad una chiesa,
soprattutto se antica, spesso accadono fatti di particolare rilevanza per quel luogo, gli avevo subito dato credito. Mi aveva accennato ad un convento di frati francescani soppresso in modo violento alla fine del 1500, all’epoca di Carlo Borromeo arcivescovo di Milano, zelante esecutore dei dettami religiosi voluti dalla Controriforma. Indagando negli archivi storici, soprattutto quello della Biblioteca Ambrosiana di Milano che custodisce tutto il carteggio di San Carlo, ho trovato le tracce di un avvenimento efferato che potrebbe aver portato alla soppressione del convento e alla dispersione dei suoi abitanti: da qui la “damnatio memoriae” che ha portato il Monte San Francesco all’oblio, nonostante la storia parallela e decisamente più fortunata del Sacro Monte». La presenza francescana sul Monte San Francesco è attestata dal 1289. «Del convento – continua Ganugi – oggi vediamo i resti della chiesa, di opere di terrazzamento e del pozzo».
Ganugi, da allora, è divenuto un fervente promotore del recupero dell’area archeologica del Monte San Francesco. «Quella del Monte San Francesco nel Medioevo era l’unica strada a portare i pellegrini al santuario di Santa Maria del Monte. Improvvisamente, mentre nel primo decennio del Seicento nasce la nuova strada delle Cappelle voluta da Giovan Battista Aguggiari, questo percorso cade nel dimenticatoio. La mia indagine, che nel romanzo affido al Dottor Regazzoni, volge a dipanare il mistero che avvolge questo sito tuttora abbandonato a se stesso».
Il simpatico scrittore, che oggi lavora come amministrativo in una scuola e dirige il Notiziario delle Associazioni online, ha sempre avuto il pallino delle ricerche storiche: negli anni Ottanta, fresco di laurea in filosofia, durante l’apprendistato giornalistico aveva condotto uno studio sulla storia dei conventi cappuccini di Varese.