Per Salvatore Asmini un recente passato da dirigente alla Sampdoria e un presente da direttore generale della Pro. È stato lui, insieme a Sandro Turotti, a metterci la faccia quando le cose non andavano come la piazza si aspettava, difendendo a spada tratta il tecnico Bonazzi ma non solo. La sua esperienza, oggi, è fondamentale per la ricostruzione biancoblù.
La realtà dice che è stato costruito un programma biennale, è chiaro che ognuno sperava in qualcosa di meglio e subito, però con la bacchetta magica non si fa nulla. Negli ultimi 4 anni la Pro Patria, e non voglio offendere nessuno, non credo abbia raggiunto grandi traguardi; siamo stati chiamati per ricostruire una società che grazie all’apporto della Presidente Patrizia Testa ha rimesso insieme tutti i cocci, noi dobbiamo lavorare seriamente per cercare di portare avanti questo progetto al meglio. È chiaro che ci voleva del tempo, non abbiamo inserito 3 ragazzi nuovi, ne abbiamo inseriti 23, avevamo solo Zaro e Santana oltre a uno staff tutto nuovo. Abbiamo cercato di chiarire, difendendo Bonazzi, perché nessuno ha mai pensato di esonerarlo, che ci vuole sempre il giusto equilibrio; abbiamo fatto quadrato e speriamo di continuare su questa scia di risultati.
In questo momento è capitata questa opportunità, è importante perchè è un giocatore che può ricoprire più ruoli. Roberto è un ragazzo molto serio che tutti conosciamo perché è di qui, di Fagnano Olona, ha grandi qualità morali, per inserire qualcuno in questo gruppo dobbiamo stare bene attenti a non destabilizzarlo e Colombo vi rientra perfettamente.
Avanziamo compatti, sul resto vediamo ma rimandiamo ogni tipo di discussione al futuro.
Quando faccio un pronostico lo sbaglio sempre, lo ripeto, abbiamo un programma biennale. Ognuno dentro di sè cova belle speranze, mi auguro di raggiungere ciò che si può raggiungere. Abbiamo perso con squadre che sembravano scarse, invece se si guarda la classifica sono tutte lì, vicino a noi o sopra di noi, segno di un campionato difficile che ha nella Pergolettese la sua sorpresa anche se ad oggi la squadra che mi ha impressionato più di tutte è stata la Virtus Bergamo, guarda caso ha iniziato a perdere punti quando sono venuti a mancare giocatori importanti, un po’ come è successo a noi.
Non abbiamo mai accampato scuse parlando delle assenze, sia chiaro, il cambio di modulo ha influito positivamente ma è cambiata la mentalità. Qualcuno non aveva mai giocato in questa categoria, è tutto diverso, qui devi arrivare per primo sul pallone.
Assolutamente no. Vogliamo dire che la qualità della Lega Pro si è abbassata un poco rispetto al passato? Diciamolo, ma diciamo anche che sono due categorie diverse
Quando sono arrivato prima di scegliere Giorgio Scapini eravamo veramente in una situazione più che negativa. Grazie alla disponibilità di Patrizia Testa, che ci ha permesso di ristrutturare, siamo andati a prendere dei campi che sono campi; l’anno scorso i ragazzi si allenavano in posti che del campo hanno poco ma grazie all’organizzazione, alla serietà e alla disponibilità delle persone siamo sopra la linea che ci eravamo immaginati. Non voglio offendere nessuno ma la differenza la sta facendo la competenza degli allenatori,
siamo riusciti dal nulla a creare una scuola calcio che finora annovera cento ragazzi, non siamo dei fenomeni, semplicemente gente che ha voglia di lavorare. Per la prima squadra spendi soldi e fai una squadra vincente, per il settore giovanile non funziona così. Quel che avevo chiesto a Scapini e ai vari allenatori era di far crescere i ragazzi, migliorare ogni singolo giocatore; se ogni anno ne riusciamo a portare due o tre alle soglie della prima squadra allora abbiamo fatto bene il nostro lavoro.